In Italia beviamo tutti tantissima acqua in bottiglietta. Così tanta da essere il primo Paese al mondo per consumo di bottigliette in PET. Che è una di quelle affermazioni allucinanti tipo che l’aria di Milano a volte è più inquinata di quella di Dehli o di Manila (con riserva). Come è possibile questo dato in un Paese industrializzato con l’acqua potabile che esce dai rubinetti? E non solo da quelli di casa, ma anche da quelli di bar e ristoranti? Abbiamo provato a capire a che punto è l’Italia col progetto del deposito cauzionale (erroneamente chiamato vuoto a rendere) e ancora una volta ricopriamo il ruolo dell’ultima della classe che aspetta sempre fino alla scadenza delle direttive per farsi cogliere impreparata, sorpresa, vessata dall’Europa e in generale poco interessata ai temi della vera sostenibilità. Ma andiamo con ordine.
Una breve definizione di Deposito Cauzionale
Il DRS (Deposit Return System) è un sistema di raccolta e riciclo dei contenitori per bevande. In breve, il vuoto a rendere ma il cui reso può essere riciclato oltre che riutilizzato. Il consumatore paga una piccola cauzione sulla bottiglietta in plastica, la lattina o la bottiglia di vetro e la riceve indietro quando riporta questi contenitori al punto di raccolta al supermercato.
Meno plastica nell’ambiente grazie al deposito cauzionale?
L’Italia è il terzo paese per sversamenti di plastica nel Mediterraneo, e non solo: sono state trovate alte concentrazioni di microplastiche persino nei laghi.
Che l’Italia sia “campionessa del riciclo degli imballaggi in plastica” è un’illusione.
Stando ai dati CONAI (il Consorzio Nazionale Imballaggi che si occupa di raccolta differenziata, riciclo e rivendita del materiale riciclato) la percentuale del riciclo plastica in Italia era al 48,6% nel 2022. Il che significa che più della metà degli imballaggi in plastica finiscono smaltiti in dicariche, inceneritori o nell’ambiente.
Per questo l’Italia paga ogni anno circa quasi 800 milioni di euro di plastic tax europea per la plastica non riciclata. Di questi, 110 milioni circa sono imputabili alle sole bottiglie in PET.
Si stima che i contenitori di bevande sprecati ogni anno in Italia siano oltre 7 miliardi a livello pro capite: 98 bottiglie in PET, 12 bottiglie in vetro e 9 lattine.
La percezione degli italiani rispetto al vuoto a rendere
In Italia, la campagna nazionale per l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi monouso per bevande si chiama “A Buon Rendere” ed è stata lanciata dall’associazione Comuni Virtuosi. Il sondaggio 2024 di A Buon Rendere, in collaborazione con Astra Ricerche, mostra la maggioranza degli Italiani sia a favore dell’introduzione di un DRS per contenitori monouso. Interessante notare come la preoccupazione per l’abbandono delle confezioni di bevande accomuni i cittadini di qualunque area politica.
DRS: funzionamento e vantaggi
Come funziona un DRS (Deposit Return System)
Quando il rivenditore (bar o supermercato) vende una bevanda, sullo scontrino viene indicato a parte il costo del vuoto. Idealmente, le macchine per le bottiglie di plastica, vetro o lattine sono posizionate all’interno dei supermercati e, una volta che l’utente vi restituisce i vuoti riceve uno scontrino per re-incassare le proprie cauzioni. In alternativa, può scegliere di donarle ad una causa benefica. Il Sistema DRS di plastica, vetro e alluminio è gestistito e finanziato da un ente composto da rappresentanti dei produttori di bevande e del mondo della distribuzione organizzata. Il modello prevalente in Europa è di tipo centralizzato con un unico operatore no profit. Una volta che i vuoti vengono raccolti dalla macchina ricicla bottiglie di plastica, vetro o lattine, viaggeranno verso il centro di smistamento che separa il materiale che verrà mandato al riciclatore (per il riciclo di bottiglie di plastica in PET e lattine) da quello che verrà inviato agli impianti di re-imbottigliamento (es. vetro).
Quanto costa un DRS
L’investimento infrastrutturale è in capo ai produttori, ma si ripaga da solo in pochi anni (come si nota osservando gli altri esempi europei).
Il sistema in Italia si finanzierebbe:
- Al 51% con i depositi non riscossi
(che tuttavia devono diminuire di anno in anno) - Al 36% con la vendita dei materiali riciclati
(che di conseguenza aumenterà di anno in anno) - Al 13% con il contributo ambientale compensativo versato dai produttori per ogni imballaggio immesso al consumo
I costi operativi del sistema sono stimati attorno ai 640M all’anno. (Approfondisci con i dati di A Buon Rendere)
I Benefici dei sistemi cauzionali:
L’introduzione di un DRS promuove la circolarità dei materiali consentendo di
- Ridurre il consumo di materie prime vergini
- Evitare che 7 miliardi di contenitori di bevande finiscono ogni anno in discarica o nell’ambiente (littering)
- Trasformare lo stesso littering da problema a opportunità:
Le persone in difficoltà economica possono fare la raccolta di bottiglie plastica, portarle alla macchina ricicla bottiglie di plastica e riciclare bottiglie di plastica in cambio di soldi
- Contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e ridurre la tassa che l’Italia paga all’UE per la plastica non riciclata
- Ridurre i costi a carico dei Comuni e dei cittadini rispetto alla raccolta differenziata per i contenitori di bevande.
- L’aumento di disponibilità di materie prime riciclate (l’attuale direttiva europea impone che entro il 2029 le bottiglie in PET debbano contenere almeno il 25% di materiale riciclato – al momento in Italia siamo al 8%)
Il deposito cauzionale all’estero
I Sistemi di Deposito Cauzionale si stanno diffondendo sempre di più in Europa e nel mondo. Ad oggi i sistemi di deposito attivi in Europa sono sedici, e diventeranno 22 entro il 2026.
I DRS in Nord Europa e Pfand in Germania
I primi furono il sistema svedese, attivo dal 1984, finlandese dal 1996 e i Pfand in Germania dal 2003. Le performance di successo di questi Paesi sono altissime: si stima il recupero del 91% degli imballaggi di bevande (con punte del 98% in Germania). Il dato più consistente si riscontra nella raccolta delle bottiglie di plastica: da 100 a 16 bottiglie sprecate pro capite.
Al via il Sistema DRS plastica in Europa del Sud e dell’Est
Nel 2023-2024 saranno stabiliti sistemi di deposito cauzionale in Irlanda, Scozia, Ungheria, Grecia, Portogallo e Romania. Mentre nel 2024-2025 sarà istituito il DRS di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, nonché i DRS in Polonia, Slovenia, Bulgaria, Cipro e Austria.
Spagna, Francia e Italia, chi nicchia con il sistema cauzionale per il riciclo della plastica
In Spagna e in Francia, la legislazione prevede che se i due paesi non raggiungeranno entro una certa data dei target specifici di raccolta di contenitori monouso per bevande, allora introdurranno dei sistemi DRS.
L’Italia rischia quindi di essere l’ultimo Paese europeo ad introdurre un Sistema DRS plastica.
“Il fatto che nessun altro metodo di raccolta possa recuperare efficacemente il 90% (e oltre) dei contenitori per bevande per un riciclaggio di qualità, spiega perché i governi di tutto il mondo hanno mostrato un rinnovato interesse per i DRS. Questi sistemi, consentendo raccolte di elevati volumi di materiale di alta qualità, anche differenziato per colore, destinato ad applicazioni di riciclo a ciclo chiuso, offrono un elevato tasso di circolarità riducendo il consumo di materie vergini nella produzione di nuovi contenitori.”
Clarissa Morawski, CEO e co-fondatrice di Reloop.
Cosa prevede la direttiva europea per la plastica monouso
La direttiva europea sulla plastica monouso prevede:
- La messa al bando prodotti di plastica monouso (posate, bicchieri, polistirolo per take away)
- Un obiettivo di raccolta di bottiglie plastica per il riciclaggio del 90% entro il 2029 (con un obiettivo intermedio di raccolta plastica del 77% entro il 2025).
- La responsabilità estesa del produttore, basata sul principio «chi inquina paga»
- Nella produzione di bottiglie in PET arrivare ad un contenuto minimo riciclato del 25% nel 2025 e del 30% nel 2030
- Che gli stati membri debbano informare i consumatori sulle alternative e incoraggiare un comportamento responsabile.
Nel 2022 la Commissione Europea ha presentato la sua proposta di “Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio” (Packaging and Packaging Waste Regulation, PPWR). La previsione di un sistema cauzionale è contenuta nell’articolo 44 della proposta,
che ne stabilisce l’introduzione obbligatoria entro il 2029 per i Paesi che non raggiungessero il 90% di raccolta per le bottiglie in plastica e i contenitori in metallo per bevande nei due anni precedenti.
La proposta è passata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio e si appresta ora ad attraversare la fase di “trilaterazione delle decisioni”, la fase finale del processo legislativo europeo. Se tutto va bene dovrebbe essere definitivamente approvata in primavera, appena prima delle elezioni, e recepita automaticamente e obbligatoriamente da tutti gli stati membri.
L’impegno di A Buon Rendere per promuovere il Sistema di deposito cauzionale
L’associazione nazionale dei Comuni Virtuosi (formata da più di 150 comuni) promuove pratiche di sostenibilità ambientale e sociale tramite iniziative e progetti che ricoprono gli ambiti di rifiuti, economia circolare, efficienza energetica, energie rinnovabili, mobilità sostenibile, cittadinanza attiva e di contrasto a fenomeni come il consumo di suolo e la cementificazione dei territori. Insieme con loro, avevamo sviluppato la campagna “Sindaco Pedala”.
Tre domande a Silvia Ricci, coordinatrice della campagna “A buon rendere”
È nostra ospite oggi Silvia Ricci, coordinatrice della campagna “A Buon Rendere” e Responsabile Rifiuti e Economia Circolare dell’Associazione.
Al di là dell’iter della normativa europea, come siamo messi ad introduzione di un sistema DRS plastica in Italia?
L’Italia ha fatto ostruzionismo in Parlamento Europeo, ma volente o nolente esiste già un obiettivo di riciclo plastica del 90% entro il 2029, impossibile da conseguire senza un DRS. Questo resta, qualunque sia l’esito sull’approvazione del regolamento europeo imballaggi. In Italia, a differenza degli altri paesi esiste una forte opposizione da parte dei consorzi, delle aziende che aderiscono ad Utilitalia, e altre associazioni anche del settore agricolo che non vogliono cambiare lo status quo e i suoi benefici, che hanno trovato l’appoggio del governo.
La vostra campagna si occupa di evitare lo spreco di materiali preziosi che sfuggono al riciclo ma in termini di prevenzione si aggancia sicuramente alla sfida della vendita di alimenti e bevande sfuse.
L’applicazione del deposito cauzionale è un potente incentivo che garantisce il ritorno dei contenitori di qualsiasi tipo per un sicuro riciclo o riuso. Ci sono moltissime esperienze di sistemi di riuso in giro per il mondo, in Europa ma anche qualcuno, ancora pochi in Italia per contenitori di bevande e cibo da asporto. Per fare si che raggiungano dimensioni di scala e diventino ambientalmente ed economicamente sostenibili serve però una legislazione di supporto. Il Regolamento Europeo imballaggi ha introdotto obiettivi di riuso vincolanti sia per le bevande confezionate al 2030 che per i contenitori da asporto utilizzati nel settore della ristorazione.
Il settore della produzione di carta e articoli monouso in carta in particolare del settore take away con McDonalds in testa è stato protagonista di una lobby particolarmente aggressiva: sia nella produzione di studi ad hoc per dimostrare che il monouso fosse la scelta migliore sul piano ambientale che nei confronti dei parlamentari. Molti eurodeputati hanno lamentato tattiche particolarmente intrusive e il dipartimento di sicurezza sta aprendo un’indagine.
Tornando al sistema di deposito gli obiettivi di riuso farebbero aumentare la quota di bevande in contenitori ricaricabili sugli scaffali e la varietà nei paesi dove già è in vigore un DRS per contenitori ricaricabili e monouso a aprirebbe totalmente questo mercato nei paesi come l’Italia dove il consumo in vuoto a rendere è praticato nel settore Horeca o nelle consegne a domicilio.
Come possono partecipare i cittadini alla vostra campagna?
È possibile firmare la nostra petizione per l’introduzione di un Sistema di Deposito Cauzionale di portata nazionale e scaricare l’app per la cittadinanza partecipativa“ABR Radar” per segnalare i contenitori e le marche dei produttori che si trovano dispersi nell’ambiente o sprecati nei cestini stradali.
Scopo del progetto partecipativo è dimostrare che l’Italia ha un problema che possiamo risolvere e i produttori di bevande devono farsi promotori della soluzione.
Per informarsi ulteriormente sul tema è possibile visitare il sito della campagna.
Altro sull’economia circolare da Sottosopra Comunicazione:
Strategia Circolare
Come si viveva sostenibilmente prima degli anni ’70
Esiste l’OOH sostenibile?
Fare impresa in maniera sostenibile non basta, serve comunicarlo nel modo giusto
Economia domestica, esempi europei
Peccioli: la discarica sostenibile che alimenta l’arte contemporanea