I 30 vantaggi della Città30, data-driven

6 Giugno 2024 Sottosopra Comunicazione

I 30 vantaggi della Città30, data-driven

La nostra definizione e miti da sfatare

La Città30 è molto più di un limite di velocità, è una visione democratica dell’abitare e dello spostarsi.

“Attualmente il modello più comune in Italia è la città auto-centrica, dove l’80% della strada, tra carreggiata e parcheggi, è dedicato alle auto” spiegava al Post Matteo Dondé, urbanista esperto in pianificazione della mobilità ciclistica e nella moderazione del traffico. “Eppure le automobili sono per la maggior parte del tempo vuote e ferme, e anche quando sono in movimento vengono usate per viaggi di pochi chilometri dal solo conducente.”

La Città30 è una città per le persone, dove strade e spazi comuni sono sicuri indipendentemente dal mezzo con cui ci si sposta. Una città che tutela i suoi cittadini più fragili: anziani, bambini, disabili, mamme e papà con spesa e figli al collo, utenti della strada che spesso si spostano a piedi, con i mezzi pubblici o appunto in bici, prendendo meno spazio delle auto e producendo un’impronta di carbonio irrilevante.

I dati dicono che laddove questa rivoluzione è avvenuta, i benefici superano gli svantaggi. Per questo abbiamo voluto stilare una lista data-driven di 30 vantaggi della Città30, di quelli che faranno bene anche al milanese che va al lavoro facendo 2km in macchina e parcheggiandola sul marciapiede.

Bologna Città 30 - viale oriani

La nuova piazza pedonale di Viale Oriani, Bologna (rendering Fondazione Innovazione Urbana)

Cosa sono le Città30?

Con l’espressione “città30” si intendono quelle città che hanno attuato revisioni del traffico e provvedimenti con l’obiettivo principale di azzerare le morti in strada nei centri abitati. Come? Riducendo il limite di velocità a 30km/h in gran parte delle strade cittadine e ridisegnando più equamente lo spazio pubblico.

Oltre all’abbassamento del limite di velocità, infatti, il progetto “Città30” prevede una serie di interventi urbanistici il cui scopo è riequilibrare lo spazio di tutti per renderlo accessibile e godibile da ogni cittadino e cittadina. La direzione è “meno spazio alle auto, più spazio alle persone” per un motivo molto semplice: oggi oltre l’80% delle strade è occupato solo dalle auto, parcheggiate o in movimento.  In pratica, si tratta di interventi come ad esempio:

  • Realizzare piazze scolastiche
  • Allargare i marciapiedi e rimuovere le barriere architettoniche
  • Aumentare le corsie ciclabili e i parcheggi per biciclette
  • Introdurre dossi, cuscini berlinesi e attraversamenti pedonali rialzati
  • Aumentare il tempo di attraversamento pedonale
  • Realizzare delle chicane per rallentare il traffico
  • Introdurre panchine e altre forme di arredo urbano
  • Aumentare le piazze pedonali e il verde pubblico

Strade più strette per le auto comportano una riduzione della velocità, diminuendo così il rischio di scontri, specialmente agli incroci, dove si verificano più frequentemente.

In sintesi Città30 è un termine ombrello che designa un insieme di misure necessarie a rendere una città più salubre, democratica e vivibile.

Cosa si intende per zona 30, cosa cambia rispetto alla Città30?

Come nel resto d’Europa, anche in Italia molte città hanno fissato il limite di 30 km/h su alcune strade o aree cittadine, queste sono le zone 30.
Le sperimentazioni delle zone 30 hanno dato risultati chiari: le collisioni diminuiscono in media di un quarto e quelle gravi quasi della metà. L’evoluzione di questo processo ha portato al modello Città30, che ha esteso le zone 30 e dunque prevede il limite urbano a 30 km/h nella maggior parte delle strade del centro abitato, ad eccezione delle principali strade di scorrimento (che restano a 50 km/h).

Le Città30 in Italia

In Italia la prima città ad adottare questo modello è stata Olbia nel 2021, a cui si è aggiunta Bologna nel 2024. Si tratta di decisioni prese da amministrazioni d’orientamento politico opposto (centrodestra ad Olbia, centrosinistra a Bologna), a dimostrazione del fatto che le misure a tutela dei cittadini possono essere indipendenti dal colore politico.

Bologna Città30

Nei primi tre mesi di Bologna Città30 (15 gennaio – 14 aprile 2024), sulle strade urbane di Bologna si sono registrati:

  • – 14,5% incidenti totali
  • – 13,4% incidenti con feriti
  • – 12,6% feriti (76 persone in meno rispetto al 2023)
  • – 17% incidenti senza feriti
  • – 2 incidenti mortali (1 nel 2024, 3 nel 2023)
  • – 14,7% di pedoni coinvolti in incidenti stradali (102 nel 2023, 87 nel 2024).


Un ottimo risultato iniziale, vedremo col tempo l’evoluzione dei dati a un anno dall’attuazione. Una cosa è certa, per mantenerli positivi è importante che tutta la cittadinanza comprenda i benefici di una città che rallenta di poco ma è più sicura per tutti e dunque si impegni a rispettare i limiti di velocità. All’Amministrazione comunale, l’arduo compito di mantenere alta l’attenzione sul perché, sensibilizzando il pubblico, spiegando, coinvolgendo, facendo cultura e ribadendo che la Città30 non è solo un limite di velocità, ma un modello democratico sempre più diffuso in Europa e nel mondo.

Quali sono le zone 30 a Bologna?

Il limite di 30 km/h interessa tutte le strade cittadine più densamente popolate, in cui c’è un’alta concentrazione di utenti diversi in strada (automobili, moto, persone a piedi e in bici), e dove ci sono abitazioni, scuole, ospedali, poliambulatori, case della salute, mercati e negozi di vicinato, parchi e giardini, impianti sportivi, etc. I 50 km/h restano nelle strade ad alto scorrimento e quelle a più corsie per senso di marcia.

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Le Città30 in Europa

È utile ricordare che l’adozione delle zone 30 è sostenuta anche dal Parlamento Europeo, che nell’ottobre 2021 ha approvato una risoluzione per chiedere alla Commissione di sviluppare raccomandazioni per le zone a 30 km/h in aree residenziali e in quelle a elevata percorrenza di pedoni e ciclisti. Sono molte le città europee che hanno adottato il limite a 30 km/h, tra cui Londra, Madrid, Barcellona, Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Amsterdam, Copenaghen, Bilbao, Amburgo e Graz (Austria). Tutte città che hanno sperimentato, analizzato e riconosciuto i tanti benefici del modello Città30, ad oggi l’unico ad aver dato risultati più che incoraggianti.

I 30 vantaggi delle Città30

1. Maggiore sicurezza stradale

La maggioranza degli incidenti avviene in città (73%) e la velocità la prima causa di scontri mortali in contesti urbani. Ad oggi, il sistema che si è dimostrato più efficace per ridurre sia il numero che la gravità degli incidenti d’auto è abbassare il limite di velocità da 50 km/h a 30 km/h nelle strade cittadine. Gli esempi di Londra, Bruxelles, Toronto, Lione ed Edimburgo mostrano una cospicua riduzione di incidenti, morti e feriti (tra il 20 e il 60%). Ricordiamo che a 30 km/h freni in metà dello spazio che ti serve a 50 km/h, di conseguenza è molto più facile evitare un imprevisto.

2. Protezione dei pedoni

Aumenta la sicurezza dei pedoni, soprattutto bambini e anziani, come si vede dai dati di Londra o Helsinki. I risultati della capitale scandinava sono particolarmente notevoli: Helskinki ha introdotto le prime Zone 30 già nel 2004, una lungimiranza che ha pagato, visto che nel 2019 non si son registrati incidenti mortali in città. A Londra invece, il limite di velocità a 30 km/h ha ridotto di più della metà gli incidenti che coinvolgono pedoni.

3. Miglioramento della qualità dell’aria

Riducendo la velocità, si riducono le emissioni di gas nocivi, come è successo a Bilbao (-12% PM10 già nelle prime settimane) e a Barcellona (-24% NO2 all’anno). Dati incoraggianti visto che secondo i dati di SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale, l’Italia è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, con circa 80mila decessi prematuri all’anno.

4. Riduzione del rumore

Minor velocità significa minor rumore del traffico, delle sgasate e frenate continue tipiche della guida “stop and go”. In tutte le Città30 sono aumentati gli spostamenti a piedi e in bici con un notevole abbassamento dell’inquinamento acustico. Ci sono dati a riguardo da Bruxelles, Barcellona e Zurigo, con la capitale belga che si distingue particolarmente avendo dimezzato i decibel percepiti in strada. Il numero delle auto è diminuito del 15%, mentre gli spostamenti a piedi sono aumentati del 5% e quelli in bici del 7%, favorendo anche la riduzione del traffico.

5. Miglioramento della salute pubblica

Meno incidenti e inquinamento migliorano la salute generale della popolazione. Una città nella quale è più sicuro e piacevole spostarsi in autobus, a piedi o in bicicletta favorisce uno stile di vita più sano. La Dott.ssa Dalla Vecchia, cardiologa intervenuta alla presentazione di Milano Futura Ora, ricordava che la sedentarietà è uno dei principali fattori di rischio per malattie cardiovascolari e cardio metaboliche. Essendo la routine a fare la differenza, andare al lavoro in bici o alternando camminata e mezzi pubblici può veramente fare la differenza sul lungo termine.

6. Aumento della mobilità sostenibile

È dimostrato, la Città30 favorisce l’uso di mezzi di trasporto alternativi come la bicicletta e il trasporto pubblico. Bilbao nel settembre 2020 ha limitato la velocità a 30 km/h su tutte le strade urbane, registrando da allora un + 10% di spostamenti con i mezzi pubblici e +80% sull’uso di biciclette. Aumentare il movimento quotidiano ha una ricaduta positiva sia fisica che mentale per tutte le fasce d’età.

7. Crescita economica

Un ambiente urbano più sicuro e salubre attrae investimenti, turismo e aumenta il gettito del commercio locale. Come è successo a New York. Una ricerca ha valutato l’impatto sulla vitalità economica locale in una serie di strade sostenibili. I risultati hanno dimostrato che una migliore accessibilità e un ambiente stradale più accogliente generano aumenti delle vendite al dettaglio.

8. Riduzione del consumo di carburante

Minor velocità si traduce in minor consumo di carburante. Lo raccontiamo nella nostra campagna per Bologna Città 30: sono i continui stop-and-go ad alzare i consumi, non la bassa velocità. Uno studio del 2023 sulle emissioni urbane di Londra, basato su dati di guida e condizioni di traffico reali, indica che la riduzione del limite di velocità da 50 km/h a 30 km/h ha abbassato del 37,8% le emissioni di CO2 del 78,8% il NOx.

9. Miglioramento della qualità della vita

Una città più tranquilla, dove si possa uscire senza rischiare la vita in bicicletta e a piedi è un grande plus per i cittadini, così come lo è avere strade più silenziose, percorribili a piedi o in in bici in tutta la loro ampiezza, con la possibilità di sedersi e magari rinfrescarsi in estate sotto all’ombra di un albero. Il surriscaldamento climatico è infatti particolarmente percepibile nelle grandi città, che gioverebbero sicuramente di più verde e blu (alberi e corsi d’acqua).

10. Riduzione della congestione del traffico

Controintuitivamente, le velocità ridotte possono aiutare a ridurre la congestione. È successo a Valencia e a Bruxelles. Il circolo è virtuoso: più si riduce la velocità delle macchine più è sicuro andare a in bici o a piedi, il che incoraggia ad uscire a piedi o a utilizzare la bicicletta. Il miglior incentivo alla mobilità sostenibile è infatti renderla sicura. Basti pensare cosa successe a Milano nel 2020: meno auto per strada, più ciclabili e quindi un aumento del transito a due ruote che tra il 53% e il 122% a seconda delle zone. Non solo, meno traffico giova anche a chi l’auto la deve prendere per necessità.

11. Miglioramento dell’accessibilità

La Città30 favorisce spostamenti più sicuri e agevoli per chi ha difficoltà motorie, usa la carrozzina o il passeggino, ovvero gli utenti che sono più a rischio nelle aree ad alta densità di traffico. L’Unione Europea nel quadro strategico della sicurezza stradale invita a “ridefinire le priorità delle infrastrutture di trasporto nelle aree urbane, anche modificando l’uso degli spazi pubblici, abbandonando il trasporto motorizzato individuale a favore di modi di trasporto sostenibili, più sicuri e più sani quali i trasporti pubblici e la circolazione a piedi e in bicicletta”.

12. Riduzione dei costi sanitari

Meno incidenti significa minori costi sanitari associati. Lo spiega l’urbanista Matteo Dondé in un’intervista a Il Foglio: “L’incidentalità in Italia, fino al 2019, ci è costata circa 17 miliardi di euro all’anno: l’1 per cento del pil in Italia se ne va per gli incidenti. Ridurli, agire sulla sicurezza stradale, vuol dire avere più risorse”.

13. Promozione dell’attività fisica

La Città30 incoraggia a muoversi di più, sia a piedi che in bicicletta, promuovendo uno stile di vita attivo. La sedentarietà è uno dei principali fattori di rischio per malattie cardiovascolari e cardio metaboliche. Dai dati della Società Italiana Cardiologia Ospedalità Accreditata (S.I.C.O.A) non seguono le raccomandazioni di movimento quotidiano 1 adulto su 4 e 1 bambino su 5. Che effetti ha la sedentarietà sul cuore? Chi fa regolarmente attività avrà a 75 anni lo stesso cuore che ha a 50 anni chi non fa attività fisica.

14. Riduzione degli incidenti davanti alle scuole

A Gratz sono diminuite le collisioni mortali davanti alle scuole addirittura del 90%. Mettere in sicurezza l’accesso alle scuole con strade o piazze chiuse al traffico, ma anche giochi, alberi e sedute per la socialità è sempre in testa all’agenda delle città che diventano sostenibili.

15. Riduzione dell’impronta di carbonio

Minore velocità significa minori emissioni inquinanti. Una valutazione delle zone a 20 miglia orarie a Londra, effettuata dall’Imperial College, ha mostrato che il rallentamento del traffico non ha avuto alcun impatto negativo sulle emissioni di scarico. Tuttavia, nelle zone a 20 miglia orarie i veicoli si muovevano in modo più fluido, con meno accelerazioni e decelerazioni, rispetto alle zone da 30 miglia orarie. Questo stile di guida più omogeneo riduce le emissioni di particolato derivanti dall’usura di pneumatici e freni, che rappresentano ancora una causa significativa di inquinamento atmosferico.

16. Miglioramento della coesione sociale

Favorisce la creazione di spazi urbani più accoglienti e vivibili: la piazza pedonale chiama le persone e la socializzazione, soprattutto tra residenti. La presenza di “spazi terzi” pubblici, che non siano né casa né un bar, è importante soprattutto per le fasce di popolazione più fragili. Abbiamo già parlato di come le aziende possano partecipare alla creazione o alla riqualificazione di questi spazi partecipando allo sviluppo sociale delle città.

17. Aumento della sicurezza dei ciclisti

Riduce il rischio di incidenti per chi si sposta in bicicletta, come a Bruxelles, diventata Città30 nel 2021. Già nel primo anno, le vittime della strada erano più che dimezzate: da 11 morti e 121 feriti del 2020 a 5 morti e 100 feriti gravi nei primi nove mesi del 2021. Città come Monaco di Baviera stanno addirittura superando il concetto di pista ciclabile. le strade a velocità ridotta rendono più facile e sicura la convivenza tra auto e bici.

18. Incentivazione del turismo locale

È ora di scardinare la maldicenza tra i turisti italiani che “Milano è brutta”. Iniziamo a levare le macchine dai viali, pedonalizzare piazze e creare domeniche a piedi: la percezione non può che migliorare. Del resto, anche a noi piace scoprire le le capitali europee in modo rilassato. Una città più sicura e silenziosa contribuisce a creare un’atmosfera più invitante per i visitatori.

19. Miglioramento della salute mentale

Gli inquinanti dell’aria possono avere conseguenze sullo sviluppo cognitivo dei bambini. Negli anziani che vivono in ambienti con aria inquinata si osserva invece una maggiore insorgenza di demenza senile e un aggravamento generale delle condizioni preesistenti. Non solo, andare in bicicletta al lavoro è stato recentemente correlato ad una migliore salute mentale. Uno studio scozzese ha analizzato le abitudini motorie di 380k persone, correlandole all’uso di farmaci ansiolitici: chi va al lavoro in bicicletta ha meno probabilità di ricevere una prescrizione per l’ansia e la depressione rispetto a chi si sposta utilizzando altri modi di trasporto.

20. Promozione dell’uguaglianza e della democrazia

Migliora l’accesso ai trasporti pubblici e alle strade per tutti i cittadini. Carrozzine, passeggini, bambini e nonni sono i primi a cui si pensa nel ridisegnare la città. Più spazi pubblici adeguati sono all’origine di una città più inclusiva.

21. Riduzione della pressione sui servizi di emergenza

Meno incidenti significa meno pressione sui pronti soccorsi.  Sebbene il numero totale di collisioni stradali sia rimasto relativamente stabile, secondo il Servizio Urgenza Emergenza Medica (SUEM) 118 la gravità degli scontri è notevolmente aumentata nel 2023, soprattutto a danno di motociclisti e pedoni. Un dato preoccupante è l’incremento degli interventi di elisoccorso (350 nell’estate 2022, 409 nel 2023).

22. Miglioramento della sicurezza dei quartieri residenziali

Riduce il rischio di incidenti nei quartieri residenziali. Proviamo ad immaginare dei bambini che giocano per strada o che vanno in bicicletta a scuola anche a Milano?

23. Incentivazione del commercio locale

Un ambiente urbano più accessibile a piedi e in bici favorisce l’attività commerciale locale. Un nuovo report del network Dutch cycling embassy evidenzia come i ciclisti facciano acquisti nei negozi di quartiere più spesso degli automobilisti. Non avendo problemi di traffico né di parcheggio, ciclisti e pedoni sono infatti consumatori più fedeli e regolari.

24. Promozione del turismo a piedi o in bici

L’implementazione di itinerari urbani ciclabili è una grande attrattiva per il turismo locale e internazionale. Ricordiamo che i cicloturisti hanno generato 56,8 milioni di presenza in Italia nel 2023 con un impatto economico diretti di oltre 5,5 miliardi di euro (Rapporto sul ciclotursmo in Italia ISNART e Legambiente). E il trend di scoprire le città viaggiando in bici è in crescita.

25. Riduzione dei danni ai veicoli

Meno incidenti stradali significa anche minori danni alle auto di proprietà. Lo hanno calcolato ad Helsinki. Se mai ci fosse qualcheduno più empatico con la macchina che con le persone.

26. Una città più accogliente per le donne e per chi svolge lavoro di cura

L’urbanistica e la sociologia indicano come siano principalmente le donne a svolgere il lavoro di cura occupandosi dei bambini e degli anziani, muovendosi a piedi e con i mezzi, spesso a zig zag con stop multipli tra scuole, lavoro, case dei parenti e supermercati. L’urbanista Elena Granata, che abbiamo recentemente intervistato, sostiene che è “necessario passare da una visione del mondo (solo) eco-nomica a una visione eco-logica, capace cioè di tenere insieme in modo nuovo le complesse dimensioni della vita quotidiana, con particolare attenzione ai beni comuni dal cui destino dipendiamo tutti (l’acqua, il suolo, l’aria, la luce e il cielo, ma anche l’educazione, l’accesso al web, le competenze digitali, i servizi al cittadino)”.

27. Riduzione delle collisioni gravi

C’è differenza tra piccole collisioni tra auto e collisioni tra auto e pedoni/ciclisti: minore velocità riduce la gravità delle collisioni in caso di incidente, è successo a Bruxelles. Essere investiti a 50 km/h è come precipitare dal terzo piano, a 30 km/ è come cadere dal primo piano. Diminuisce di circa 8 volte le probabilità di perdere la vita se si è investiti da un’auto.

28. Ci si mette circa lo stesso tempo

Attualmente, la velocità media nelle città italiane è già inferiore ai 30 km/h, attestandosi sui 20 km/h nei centri urbani. Una realtà che si tende a dimenticare quando si sgasa a 70 km/h su Viale Marche a Milano, ma che diventa palese quando la 500 che abbiamo sorpassato sgasando ci recupera puntualmente al semaforo successivo.

29. Le strade chiuse al traffico e i parchi cittadini diminuiscono gli inquinanti

Ce l’hanno spiegato i Cittadini per l’Aria: i livelli di inquinanti sono sensibilmente più bassi dove ci sono ZTL o parchi cittadini, anche all’interno della stessa città. Ad esempio in una strada trafficata come Viale Brianza a Milano si registrano in media 47 μg/m3 di NO2 (biossido d’azoto) mentre nell’adiacente Via Beroldo, una strada scolastica, si registrano 20 μg/m3 di meno. Il che significa che le strade scolastiche arrivano quasi a dimezzare l’inquinamento dell’atmosfera che respirano i bambini.

30. Sostenibilità a lungo termine per il pianeta

In generale, la città 30 adotta un approccio complessivo alla sostenibilità, considerando non solo l’impatto ambientale del traffico, ma anche il benessere sociale e la qualità della vita dei residenti, per creare una comunità più equilibrata e meno imbruttita.

Cosa vogliono veramente i cittadini, e di cosa hanno bisogno?

Anche se i dati che arrivano dal resto d’Europa indicano che queste misure migliorano significativamente la qualità della vita dei cittadini, anche di quelli inizialmente contrari, in Italia i precedenti sono ancora pochi e su piccola scala. Ma le città italiane che si stanno preparando a seguire l’esempio bolognese sono tante, tra queste Pesaro, Parma e Firenze.

Per quanto riguarda la nostra città, dal punto di vista della mobilità i milanesi non sono certo ai livelli dei parigini e tantomeno a quelli degli olandesi: ogni dieci milanesi ci sono infatti quasi nove veicoli circolanti, ma è vero che quando i Comuni investono in infrastrutture ciclabili, naturalmente i cittadini iniziano ad utilizzarle. Basta guardare i numeri della ciclabile di Corso Buenos Aires, che ha registrato oltre 1,5 milioni di passaggi in bici nel 2023.

Non solo, negli ultimi anni le attività di protesta e di cittadinanza attiva sono sempre più frequenti e frequentate, pensiamo a ProteggiMI o a Via Libera! la mappatura partecipativa delle auto in sosta selvaggia: 64.000 solo nella sera del 16 maggio, a cui hanno partecipato oltre 2000 cittadini.

La speranza è che la fiamma non si spenga, sia da parte delle istituzioni che da parte dei cittadini. Entrambi possiamo fare di più.

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