Vacanze in bicicletta con Ilaria Fiorillo

29 Luglio 2024 Sottosopra Comunicazione

Vacanze in bicicletta con Ilaria Fiorillo

Il pigro mese di agosto si avvicina e dopo un focus sulle app indispensabili in viaggio e i nostri libri preferiti per l’estate, oggi chiacchieriamo di turismo sostenibile e cicloturismo con Ilaria Fiorillo aka Milano In Bicicletta.

Ciclista e content creator con base a Milano, Ilaria porta a spasso i suoi follower per itinerari ciclabili cittadini, fuori porta e internazionali. Ha da poco scritto un libro che si chiama “Di biciclette e altre felicità”, edito da DeAgostini, e lo sta portando in giro per l’Italia. L’abbiamo incontrata in una breve pausa milanese del tour.

Ciao Ilaria! Nel tuo libro hai usato 11 parole per parlare di bicicletta, ce n’è una a cui ti senti particolarmente legata?

Libera. Da sempre è la prima sensazione che mi abbraccia mentre pedalo. Oggi poi gran parte della libertà che ho conquistato professionalmente e personalmente me l’ha regalata la bicicletta.

Libera anche a Milano?

Sì, sì, anche a Milano. Certo è una libertà diversa, la libertà di arrivare dove voglio quando voglio e non dover cercare parcheggio.

Ci piace molto quando parli di strade e città troppo spesso realizzate da uomini per gli uomini, ce lo vuoi raccontare?

Si tratta di una sensibilità acquisita leggendo e parlando con le persone e con esperti. Per anni ho dato per scontato che la città come la viviamo sia l’unica città possibile, neutra. Eppure ci sono innumerevoli dinamiche discriminanti che ci passano sotto gli occhi senza che ci si faccia caso. Un esempio su tutti è quello dell’illuminazione stradale la notte: se è scarsa una donna non si sposterà serenamente a piedi.

E a proposito di mezzi di trasporto, spesso in famiglia c’è una sola automobile, quindi se entrambi gli adulti ne hanno bisogno, uno dei due dovrà farne a meno. Nelle coppie eterosessuali questo significa che spesso è la donna ad avvalersi del servizio pubblico, della bicicletta e dei marciapiedi mentre infila tappe e commissioni. Poter utilizzare la bici in sicurezza renderebbe la vita più semplice alle donne e più sicura per i bambini, gli anziani e i disabili.

Troppe infrastrutture sono pensate per maschi trentenni in forma: io sul treno riesco a malapena ad appendere la bici, e come me tante altre persone fanno fatica, di base chiunque non sia alto 1m80 per 80kg. Per non parlare degli ascensori in metro, o meglio della loro latitanza: che fare se hai una carrozzina, un passeggino o una bicicletta?

Qual è la curiosità sulla bicicletta che ti è rimasta più impressa rispetto a quelle che hai raccolto per il tuo libro?

Beh, sicuramente la storia della regina Margherita! È una storia in cui mito e realtà si mescolano, ma mi piace pensare che la stessa donna ci abbia regalato due dei più grandi piaceri della vita: la pizza e la bicicletta. Era la fine dell’Ottocento e la regina Margherita aveva ricevuto notizia dei velocipedi francesi guidati da uomini. Al che la regina, avendo a disposizione un vasto cortile – il parco di Monza! – volle provare. Per questo si dice che contattò l’artigiano Edoardo Bianchi chiedendogli di costruirle una bici da donna. Bianchi lusingato ne costruì una color celeste, come il colore degli occhi della regina. Per esprimere la sua gratitudine, la regina gli concesse di apporre lo stemma dei Savoia sui telai della neonata Bianchi, lo storico marchio di biciclette italiane.

 

 

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Paolo Pileri scrive “La lentezza è per tutti, la velocità per alcuni”. Un capitolo del tuo libro è dedicato proprio alla lentezza. Cosa vuol dire viaggiare lentamente? Che vantaggi ha il cicloturismo?

Viaggiare lentamente vuol dire spostarsi senza dover controllare Google Maps ogni minuto. Mi viene in mente il viaggio in bicicletta che ho fatto nelle Fiandre, guidata da segnaletica chiara e limpida mentre salivo e scendevo da traghetti che fanno la spola tra un lato e l’altro dei fiumi.

Il cicloturismo in generale è positivo sia per chi lo pratica che per chi lo ospita: lascia poche tracce. L’overtourism crea uno scompenso tra posti popolarissimi e ormai completamente snaturati e luoghi bellissimi ma in cui nessuno mette piede perché non fanno parte delle rotte classiche o non vengono raccontati correttamente.

Il turismo in bicicletta potrebbe contribuire a risolvere alcuni di questi problemi se incentivato nella maniera giusta: creando percorsi in regioni non tradizionalmente turistiche ma che ben si prestano ad ospitare itinerari naturali, incentivare il turismo “fuori stagione” quando fa meno caldo e più strutture aprono le porte ai cicloturisti per allungare la stagione. Quello che manca in Italia è la progettualità e la comunicazione, a parte in alcune regioni particolarmente virtuose.

Si può fare cicloturismo anche con la bici da città?

Io dico sempre: la bici giusta è quella che hai già, basta aver voglia di pedalare. Detto ciò dipende dallo spirito di adattamento. Le gite brevi si possono fare anche con bici da città, come il tracciato di AbbracciaMi, ma se si prevede di stare in sella per 60, 70 km la bici da città diventa scomoda, faticosa e rischia di rivelarsi respingente.

Il mio suggerimento è di iniziare per gradi, magari si può provare a fare Milano – Pavia dal Naviglio Pavese e poi tornare in treno. Una cosa bella del nostro Paese è che possiede una rete ferroviaria capillare, quindi trovando percorsi vicini alle ferrovie sarà sempre possibile fermarsi al bisogno e cercare la stazione più vicina che ci porti a destinazione o a casa.

Se la prima esperienza piace, per la gita successiva si può pensare di noleggiare una bici e poi se ci appassioniamo possiamo valutare l’acquisto.

Che consigli ti senti di dare a chi partirà quest’estate per la sua prima vacanza in bicicletta?

  • Sicuramente è necessario il fondello (il pantalone imbottito da bici), e le borse da agganciare al portapacchi (ma da caricare poco, onde evitare di evocare tutti i santi alla prima salitina). Io consiglio di cominciare con pezzi basic o primo prezzo, poi più avanti si deciderà se investire.
  • In ogni caso è fondamentale cercare un percorso adatto al nostro livello di allenamento: quante ore posso pedalare / quanto posso stare sotto il sole in una giornata tipo?
  • In libreria e in biblioteca ci sono tante guide di percorsi in bicicletta, anche a partire da Milano. So che la guida può sembrare un consiglio demodé, ma è uno strumento molto utile e molto più dettagliato di un reel da 20’’.
  • Per le gite di più giorni con pernottamento in struttura ricettiva è bene avvisare che arriverai in bicicletta e mettere in chiaro che hai necessità di parcheggiarla al sicuro.

Il cicloturismo in Italia è ancora percepito come un’avventura faticosa, ma non deve per forza significare dormire in tenda e mangiare cibo liofilizzato. Si può anche dormire in hotel e c’è anche il cicloturismo di prossimità. Ad esempio torno ora da un weekend sul fiume Ticino: ho dormito nell’ostello della Diga del Pan Perduto, e sono tornata comodamente in treno da Novara. Ho pedalato il giusto, ho dormito comoda, ho visto una città che non avevo mai visitato e sono tornata a casa con i biscottini e la crema novarese: meglio di cosi!

E per chi non si fida ad andare senza guida? Esistono degli operatori cicloturistici?

Certo, volendo ci sono i tour operator specifici, che fanno in modo che la logistica dei bagagli e l’organizzazione sia già pronta e tagliata su misura. Trovo che sia un’ottima opzione soprattutto per chi si avvicina a questo modo di viaggiare oltre una certa età.

Si possono pensare a dei tour privati o semi privati ad hoc, penso ad esempio a quello dell’Alpe Adria che tra l’altro è adatto a tutti perché da Tarvisio al mare è anche in leggera discesa. Io ci ho incontrato tantissimi anziani tedeschi e austriaci che viaggiavano con tour self guided, ovvero senza guida, usufruendo solo della logistica dei bagagli.

In Italia mi vengono in mente girolibero, cyclando e poi ci sono operatori internazionali che lavorano anche in Italia come Backroads. E il cicloturismo è un settore in crescita secondo i dati Legambiente presentati all’ultima fiera del cicloturimo.

Infine qualche idea per chi resta a Milano?

Beh le gite più accessibili ai neofiti sono sicuramente il giro di Milano con AbbracciaMi, il Naviglio Pavese fino a Pavia, il Naviglio Martesana fino a Lecco, con le sue chicche storiche lungo il percorso, come l’Ecomuseo Leonardo da Vinci.

Ilaria Fiorillo - milano in biciclettaOppure dalla darsena tutto il Naviglio Grande fino ad Abbiategrasso (un tratto che volendo si può anche fare in treno), e da lì continuare fino al Ticino e alla Diga del Pan Perduro (80km circa) dove c’è l’ostello ciclabile che citavo prima. È un itinerario fresco, sotto agli alberi! Si costeggia il parco del Ticino e ci i può fermare in varie spiaggette. Ancora una decina di chilometri e si arriva al Lago Maggiore, dove si può tornare in treno da Sesto Calende.

E che voi scegliate di pedalare nella calda Milano, su e giù per i laghi, all’estero o direttamente da sotto l’ombrellone leggendo il libro di Ilaria, da Sottosopra vi auguriamo una rilassantissima estate!

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