Difficile non conoscere Ale Agostini se si lavora nel mondo del digital marketing: oggi imprenditore alla guida di AvantGrade (agenzia specializzata in search marketing & analytics), nel corso della sua lunga esperienza, è passato dal marketing tradizionale in azienda, al digitale, come consulente prima e imprenditore successivamente.
Noi abbiamo avuto modo di incontrare e conoscere Ale ad alcune masterclass e corsi di formazione e da subito, è stato uno dei relatori che più ci hanno colpite: pratico, concreto, sempre disponibile a rispondere a mille domande (durante e dopo le sessioni), per alcune di noi (per esempio per chi scrive, ndr) è un vero e proprio guru, soprattutto per ciò che riguarda SEO, Amazon e LinkedIn.
Viste le premesse, non potevamo non proporgli un’intervista sul nostro blog, per parlare con lui di intelligenza artificiale, del futuro della comunicazione e dei suoi progetti più imminenti.
Chi è Ale Agostini?
Un imprenditore, partner di AvantGrade, prima agenzia di digital marketing che integra l’intelligenza artificiale ai servizi di Search e Web Analytics.
Scrivo inoltre per Hoepli, e sono un formatore di digital marketing alla business school de Il Sole 24 Ore, di Booking Academy, e diNinja Marketing, per citarne alcune, dove formo più di mille persone ogni anno.
Partecipo spesso come relatore a diversi eventi internazionali di tecnologia tra cui il TEDx. Prima di AvantGrade avevo fondato Bruce Clay Europe (società americana leader nel SEO dal 1996) e gestito il marketing internazionale di aziende di largo consumo come Ferrero e Campari.
Tre “keywords” per definirti.
Passione, ho sempre fatto le cose che mi piacevano al lavoro, tutti dovrebbero riuscirci, per renderlo più divertente.
Condivisione, sia al lavoro che fuori, ai miei corsi o agli eventi, per me è un elemento fondamentale ed è importantissima.
Ricerca, scoprire cose nuove in termini di innovazione e tendenze è fondamentale.
Qual è il tuo metodo per essere così coinvolgente e carismatico durante i corsi e gli eventi che ti vedono protagonista?
Cerco di coinvolgere le persone condividendo con loro tutto ciò che so: se qualcuno mi fa domande avanzate, dò risposte avanzate, non dico “ne parliamo in un altro momento”. Credo che l’informazione senza la condivisione non sia nulla e che la conoscenza diventi obsoleta se non viene diffusa. E proprio attraverso la conoscenza e la condivisione cerco di coinvolgere le persone.
La cosa più imbarazzante e la soddisfazione più grande che ti sono capitate a un corso o a un evento.
Mi sono successe con la stessa persona, durante un corso presso Il Sole 24 Ore: per un giorno e mezzo un ragazzo mi bombardò di domande, con tono alquanto polemico, arrivando addirittura a dirmi, di fronte a tutti, “non sono d’accordo con lei e non capisco perché il corso non lo faccia Google”.
Gli spiegai che non è interesse di Google condividere le proprie conoscenze, ma che il loro obiettivo è vendere le ADS e quindi che fosse impossibile coinvolgerlo.
Alla fine però, nonostante il suo atteggiamento negativo nei miei riguardi, mi scrisse un paio di settimane dopo per dirmi che aveva trovato utile ciò che aveva imparato al mio corso e che stava già ottenendo risultati tangibili.
AvantGrade: come è nata l’idea di questa nuova “avventura?”
È stata la prosecuzione dell’avventura di Bruce Clay Europa. Search e Analytics dovevano evolvere, con un approccio più improntato verso l’intelligenza artificiale e i big data. E soprattutto con l’ottica di dare alla nostra clientela, non solo ad aziende e brand ma anche a chi partecipa ai nostri corsi, una visione di domani e dopodomani (anche perché oltre attualmente è impossibile).
In AvantGrade ci piace sperimentare e testare, un esempio è “Bella Foto”, un tool che controlla la tua foto in modo scientifico attraverso l’AI, e rivela in pochi secondi l’età che dimostri e cosa trasmettono il tuo sguardo e il tuo sorriso. Altri tool li proviamo internamente per Search e SEO e spesso ci restituiscono ottimi risultati in termini di ranking.
Cosa cerchi nei tuoi collaboratori?
Anche in loro cerco la passione per il digital: devono lavorare divertendosi e devono avere sempre voglia di mettersi in gioco e uscire dalla zona comfort.
Voglio che testino: nei giorni scorsi, durante una campagna Facebook abbiamo ottenuto il numero di conversioni concordate nella metà del tempo previsto, abbiamo così usato quello rimanente per testare e provare cose nuove. Devono avere uno spirito combattivo, mantenere sempre la mentalità “da primo giorno”: le cose cambiano in fretta e loro devono essere pronti a mettersi in gioco quotidianamente mantenendo alto il livello.
Vista la tua esperienza pluriennale che spazia dal marketing tradizionale in azienda al digitale, prima consulente e poi imprenditore, che cosa distingue secondo te una multinazionale da un’agenzia di medie o grandi dimensioni?
Se una persona lavora per anni in un’azienda grande diventa specialista in una cosa specifica e capisce le dinamiche interne di organizzazione e struttura utilissime nel mondo del lavoro, ma poco conosciute all’esterno.
D’altro canto però, in un arco decennale di lavoro, integrare un’esperienza in un’agenzia anche piccola è utile perché consente di rendersi conto della varietà delle cose e inoltre una struttura piccola ti obbliga a pensare al di fuori del tuo orticello.
Il mio ideale è una struttura piccola organizzata come una multinazionale, è difficile, lo so, ma in Avantgrade ci proviamo.
Voice search e AI, sono il futuro della SEO, ormai è appurato, ma cos’altro pensi cambierà da qui ai prossimi anni?
Il nuovo update di giugno (un approfondimento di Ale proprio qui, ndr) dà estrema importanza alle immagini, ovvero alla Visual Search e alla Visual SEO. Non basterà da oggi solo indicizzare le immagini, ma occorrerà scegliere con attenzione quali utilizzare in funzione del contesto, utilizzando sì le foto di stock ma facendo attenzione.
D’ora in avanti ci sarà sempre più enfasi sulla parte visuale, di questo parleremo anche nella Masterclass che abbiamo organizzato a settembre a Milano e sarà utile sia per chi le immagini le vende, che per chi le usa nel suo lavoro. Un’immagine può piacere all’utente ma occorre capire come l’AI la interpreti in maniera oggettiva a qualitativa.
Hai lavorato in contesti molto grandi e internazionali, come Booking, Bayer, Generali. Che consiglio daresti a coloro che spesso, di fronte a richieste bizzarre da parte del cliente, non sanno che pesci pigliare?
Questa domanda si allaccia un po’ alla precedente, avere esperienza in grandi aziende, infatti, aiuta molto in questo. Serve a capire soprattutto il contesto: se sei stato in un’azienda, capisci tante delle richieste che fa il cliente e puoi contestualizzarle, intuendo quando puoi dire sì e quando invece è meglio dire no.
Ti conosciamo come formatore, scrittore, guru di LinkedIn e di SEO, ma cosa fai nel tempo libero? Che passioni hai e soprattutto, lavoro 24/7 o tempo libero nel weekend?
Leggo molto e ascolto parecchi podcast. Alterno lo sport (nuoto e fino a poco tempo fa giocavo a golf) alla lettura, e almeno un giorno a settimana stacco tutto: disintossicazione totale per 24 ore. Se si vede in giro qualcosa di pubblicato, sicuramente l’ho programmato, ma nel corso di quelle 24 ore, detox totale da smartphone e computer.
Come immagini il mondo del lavoro, soprattutto nel settore comunicazione, tra 10 anni?
L’intelligenza artificiale si affiancherà sempre più al mondo della comunicazione, non sostituirà le persone ma le affiancherà: diventerà sempre più importante per un professionista saper usare le tecnologie a disposizione e ottimizzarne l’utilizzo in vista di una collaborazione con l’AI. Le tecnologie a disposizione sono tantissime, solo agli eventi, ogni volta presentano venti tool diversi: ecco, non occorre saperli usare tutti, anche perché sarebbe impossibile, ma andare a fondo e imparare bene a usare quelli che più possono supportarci nel lavoro quotidiano.
Parliamo di social: su quale punteresti in questo momento e quale secondo te invece da qui a breve perderà prestigio?
È un ottimo momento per LinkedIn, sta crescendo molto bene. E lo stesso vale per i podcast. A me piace molto Anchor, non esattamente un social quanto piuttosto un nuovo modo di fruire contenuti. L’audio in generale credo stia vivendo un buon momento.
I social più “in pericolo” penso siano tutti quelli in cui la privacy dell’utente non è tutelata. (qui trovate alcuni podcast di Ale su Anchor, ndr)
L’idea sul Il 1° Workshop di Search Marketing e Intelligenza Artificiale da dove arriva e soprattutto: qualche anticipazione su questo evento che si terrà a Milano il 26 settembre?
Sarà una masterclass su strategie e tattiche avanzate di Search Marketing e Intelligenza Artificiale da applicare su Google, Amazon e Web Analytics; una formazione che unirà SEO, SEM e Analytics con tecnologie di AI.
Saranno presenti dieci relatori internazionali che parleranno di case history molto “pratiche”, meno effimere rispetto a quelle raccontate in altri eventi. Si parlerà di mix di strategie che effettivamente hanno funzionato, con testimonianze dettagliate e utili, spero, per tutti!
(e se volete iscrivervi alla prima Masterclass di Search Marketing e Intelligenza Artificiale potete farlo da qui!)