La connessione tra economia e spinta gentile è un argomento che accarezzo da tempo visto che questo articolo rientra in un piano editoriale stabilito un bel po’ di mesi fa.
Partiamo dal fatto che, come dice il paper di REF di seguito indicato, la spinta gentile viene definita una riforma a costo 0.
Cosa significa in pratica?
Significa che la si può mettere a terra senza investire cifre irraggiungibili. Perché gli ingredienti che la attuano (comunicazione, uso della norma sociale, modifiche di design di contesto o di prodotto e uso del default) possono essere realizzati con investimenti modesti.
Il che non vuol dire che è gratis: bisogna sempre prevedere dei costi di analisi del contesto, progettazione, misurazione e INFINE concretizzazione.
Tuttavia, rispetto ai vantaggi che può produrre, viene unanimemente considerata WIN WIN.
Peraltro sapere che è aggiuntiva e non sostitutiva di altri strumenti di policy la rende possibile senza impedire o ostacolare il normale corso di altre azioni e strumenti tradizionali.
Proviamo a fare un esempio di produzione di ricchezza a base di nudge.
Ho sempre trovato illuminante quello che da diversi anni succede nel mondo della mobilità individuale, che in molte città del mondo sta radicalmente cambiando attraverso interventi che puntano a modificare le abitudini dei cittadini nel breve e nel lungo periodo.
Da Parigi, diventata nota come Città dei 15 minuti (potentissimo e imitatissimo claim fatto proprio dalla sua sindachessa) alle pedonalizzazioni sempre più massicce in tanti paesi, le azioni che rivoluzionano questo ambito non mancano. E stiamo parlando di uno dei settori maggiormente impattanti sul clima, per cui agire con dei nudge in questo perimetro significa davvero tentare di FARCI del BENE e farlo al PIANETA.
Che ricchezza produce?
Intanto crea nuovi lavori, basti pensare a questa società neozelandese che costruisce la propria ragion d’essere su comunicazione e coinvolgimento attivo di individui disposti a scommettere sulle due ruote. Il che vale anche per tante realtà, italiane e noi di Sottosopra in primis, che nella bicicletta hanno creduto fin da tempi non sospetti inventando tante forme attive di partecipazione e azione.
“Costruire delle motivazioni in grado di contrastare le nostre pigrizie è l’opposto che agire sulla scia della pigrizia”
Il cosiddetto pre-engagement, che nella teoria comportamentale si riconosce nel bias detto EFFETTO GELO, è un elemento spesso presente, che diventa anche motivo di sfida, quando serve ingaggiare in tempi rapidi i cittadini e aiutarli a cambiare il mezzo per spostarsi e il modo in cui vivono la città e i suoi servizi.
E allora mi viene in mente l’agenzia londinese TRANSPORT for London che ha avviato sui propri canali digital e social un’azione di conoscenza NUOVA dei benefici del muoversi a piedi o in bicicletta. Poi grazie ad un’app (GO Jauntly) accedi a consigli specifici, playlist da ascoltare durante il tragitto, creazione di community di camminatori e mete dedicate dove arrivare con dieci, trenta o sessanta minuti di cammino da casa propria.
Costruire delle motivazioni in grado di contrastare le nostre pigrizie è l’opposto che agire sulla scia della pigrizia e dell’attaccamento allo status quo come prevede la nudge theory, ma quelle spinte così ben pensate costituiscono una nuova architettura di scelte.
Quasi capace di agire sull’avversione alla perdita (altro bias ben noto ai simpatizzanti del nudge), perché in grado di dirci: Guarda quanto ti stai perdendo…se continui ad usare l’auto!
Gli esempi riportati rientrano in una delle tante aree di intervento in cui poter agire con nudge per alimentare nuove economie. Francamente il fatto che si agisca con ingredienti culturali, oltre che di empatia sociale, mi ha attirato molto… poi dal dire al fare c’è di mezzo un oceano poiché lasciare il proprio mezzo (specie a 4 ruote e in Italia) per muoversi con modalità alternative e meno impattanti è uno dei campi più difficili da navigare.
Tuttavia mai arrendersi e auguriamoci che vengano sperimentate sempre più spinte dolci.
La ricchezza generata può materializzarsi anche in costi o sprechi evitati.
Basti pensare agli interventi nudge realizzati in ambito mense universitarie, scolastiche o aziendali per spingere i clienti a non riempire nei self-service il proprio piatto di cibo che non viene consumato (Guida Unep). Ed è in questo perimetro che si collocano anche possibili accorgimenti gentili per i pasti “all you can eat” o colazioni e pranzi a buffet libero come avviene in tanti hotel o resort all inclusive. Ogni volta che mi capita di frequentare questi luoghi, penso che questo target dovrebbe avvalersi di qualche espediente nudge per impedire gli insopportabili avanzi nei piatti.
E tra i risparmi possibili, che sono eccome ricchezza, c’è l’area della sanità con i nudge a base di lettere e appuntamenti costruiti con il default per la prevenzione oncologica, oppure le app contapassi che ti sfidano a migliorare le performance quotidiane (anche utilizzando intelligentemente la norma sociale) o quelle che ti ricordano di bere acqua periodicamente, sfidando la nostra pigrizia e il piacere di crogiolarci nello status quo.
Qualcuno può negare che mettere in atto comportamenti che prevengono malattie e riducono l’uso di farmaci, evita costi futuri?
Ebbene anche questa è una forma di ricchezza rigenerata.
Illustrazione originale di Roberto Rubini.
Chi è Irene Ivoi? Conoscila nella nostra intervista qui.