Luci ed ombre dell’IA nella creazione di contenuti

7 Novembre 2024
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7 Novembre 2024 Sottosopra Comunicazione

Luci ed ombre dell’IA nella creazione di contenuti

Quando un anno fa è uscita “Now and Then”, la canzone che Paul Mc Cartney ha prodotto ricreando con l’IA la voce di Jhon Lennon, noi ci siamo emozionate, ma il nostro amico giornalista musicale Federico Pucci parlava di fantasmi e simulacri. Con Pucci avevamo effettivamente già discusso di come l’IA di spotify influenzi i nostri gusti musicali.

Un altro fantasmagorico utilizzo dellIA è il doppiaggio simultaneo dei video di YouTube. Tra i creator italiani che ne fanno uso c’è Marcello Ascani: non solo lo script del video viene doppiato usando la vera voce di Ascani e dei suoi ospiti, ma anche il labiale viene sincronizzato.

Negli ultimi mesi ha fatto la sua comparsa anche l’ultima iterazione dell’IA di Google: NotebookLM. La peculiarità dello strumento è che permette di caricare documenti da studiare o analizzare e discuterne con il chatbot, fargli domande, chiedergli interpretazioni, ma anche trasformare i documenti in podcast, con due voci artificiali ma dalle interazioni iperrealistiche, che ne discutono. È la funzione Audio Overview”.

L’ubiquità dell’IA nelle industrie creative, di cui vi parlavamo già a luglio 2023 consigliandovene i tool indispensabili, sta rapidamente rivoluzionando il mondo della creazione di contenuti. Dalla produzione di testi alla generazione di immagini, video e persino suoni, l’IA ha trasformato il processo creativo, rendendolo più efficiente, accessibile e, in molti casi, interattivo. Tuttavia, questa innovazione solleva anche domande sulla qualità, l’originalità e l’etica dei contenuti generati.

Oggi analizziamo lo stato dell’arte dell’IA nella creazione di contenuti, esplorandone il buono, il brutto, il cattivo e – bonus – lo zombie.

Applicazioni pratiche dell’IA nella creazione di contenuti: il buono

L’IA offre significativi vantaggi nella creazione di contenuti, tra cui:

– Velocità e Scalabilità

   La capacità dell’IA di generare contenuti in pochi istanti permette di ottimizzare la mole, sempre più cospicua, di contenuti richiesti per rimanere rilevanti. L’IA è uno strumento particolarmente efficace quando di tratta di automatizzare operazioni rutinarie e ripetitive.

– Efficienza e Risparmio

   La creazione di contenuti tramite IA consente di risparmiare tempo e risorse. Analizzando vari set di dati e testando in parallelo varie opzioni creative (A/B test di copy adv o thumbnIAl di youtube, ad esempio) permette di ottimizzare i processi seriali.

– Creatività e Innovazione 

   Paradossalmente, l’IA offre strumenti per alimentare la creatività umana IAutando a generare idee velocizzando il processo di ricerca e di moodboarding.

– Personalizzazione e Targeting

   La capacità dell’IA di personalizzare i contenuti permette di creare esperienze più rilevanti e coinvolgenti per ogni utente, ottimizzando interazioni e conversioni.

Sfide e questioni etiche dell’IA nella creazione di contenuti: il brutto

Nonostante i numerosi vantaggi, l’IA nella creazione di contenuti presenta anche sfide e questioni etiche significative:

– Qualità e Originalità

   Uno dei problemi principali è la qualità dei contenuti generati. Spesso, i testi e le immagini prodotti da IA possono risultare ripetitivi o poco profondi. Risultano cheap. Il brand che lavora bene e vuole comunicare la propria qualità chiama un’illustratrice, non usa Midjourney.

– Etica e Veridicità

 Qualche mese fa un sito web dedicato allo star system hollywoodiano sfornava contenuti generati da intelligenza artificiale e si posizionava tra i primi risultati di Google riempiendo il web di false foto di celebrità. Esaminando il sito, Motherboard è finita in una rete di siti web che utilizzano l’intelligenza artificiale per capitalizzare clic e link affiliati. Non a caso, uno studio pubblicato a gennaio 2024 ha mostrato come i motori di ricerca sono gradualmente sempre più intasati di risultati e recensioni spam generati con l’intelligenza artificiale.

Furti d’identità e troll farms in campagna elettorale: il cattivo

– Problemi di Privacy e Sicurezza dei Dati

   Per creare contenuti personalizzati e targettizzati sugli utenti, molte IA utilizzano dati sensibili degli utenti, il cui consenso è sempre nebuloso. Ma non solo, l’attuale scenario digitale ha aperto la strada a nuovi truffatori, ad esempio quello che rubano i corpi delle creator di OnlyFans per generare sexy influencer digitali e promuovere abbonamenti a pagamento. 

– IA e propaganda

Durante le ultime elezioni americane, lo spettro dell’intelligenza artificiale è stato accusato più volte di aver drogato la campagna elettorale. Dall’immagine di Taylor Swift condivisa da Trump per comunicarne il suo falso endorsment al microtargeting, alle finte chiamate del Presidente Biden IA video di disinformazione trasmessi dalle content farm russe.

Robot che creano contenuti con cui interagiranno altri robot: l’internet zombie

Quest’anno, Facebook è stata inondata di spam creata con intelligenza artificiale il cui esempio più emblematico è stato forse “shrimp jesus”. Si tratta di immagini talmente assurde e surreali da attrarre i clic curiosi e ingenui di un’utenza che invecchia velocemente. L’obiettivo? Il solito network di clic e link affiliati apparecchiati dalle clic farm.

I teorici di Internet dicono sia un ottimo esempio della “Dead Internet Theory”, la teoria che sostiene che Internet sia ormIA morta, primariamente abitata da bot che parlano con altri bot, filtrati attraverso la lente degli algoritmi che decidono cosa mostrarci. Uno scenario non così distante dalla realtà, che restituisce a Matrix una qualità inquietantemente profetica.

“Facebook è innegabilmente cotto, una sala degli orrori decadente e deprimente piena di contenuti virali generati dall’intelligenza artificiale che apparentemente peggiora ogni giorno. Ma non penso che Facebook sia la prova che Internet sia morta. Penso che sia qualcosa di peggio: Facebook è la ‘Internet zombie’, dove un mix di bot, umani e account che un tempo erano umani ma a cui è stata rubata l’identità si mescolano per dare forma ad un sito web disastroso in cui c’è sempre meno connessione sociale.” Jason Koebler – 404 Media

Morta o zombie, i dati su internet parlano chiaro: 

Con l’introduzione di sempre più strumenti basati sull’intelligenza artificiale, i bot sono sempre più presenti. Secondo l’analisi 2024 di Imperva sui Bad Bots, i bot malevoli hanno già preso il sopravvento in Irlanda, dove rappresentano il 71% del traffico internet, e in Germania (68%), negli Stati Uniti siamo al 34% (il report non riporta i dati italiani).

I dati, analizzati da Forbes, indicano che è il settore del gaming ad avere il problema peggiore con i bot, che generano il 57% del traffico. A seguire, il commercio al dettaglio, i viaggi e i servizi finanziari.

La percentuale di bot dannosi avanzati, quelli che imitano il comportamento umano ed infiltrano i sistemi informatici, è al suo apice nel settore legale e governativo con il 78% di presenza, seguita dall’intrattenimento con il 71% e dIA servizi finanziari con il 67%.

Dove siamo diretti?

Settimana scorsa la creator Safiya Nygaard (ex producer di Buzzfeed e oggi YouTuber da 10M di follower) ha pubblicato uno dei suoi video-essIA di Internet culture intitolato “I Bought The First 5 Things I Saw on TikTok Live”.

Nel video-essIA Nygaard esplora il mondo delle televenditrici 3.0, moderne Mastrota di TikTok che streammano per ore vendendo abiti di scarsa qualità, oggetti in drop shipping ma anche piccole creazioni artigianali direttamente dalla piattaforma.

Anche questo è un risvolto di come l’universo dei contenuti sta cambiando grazie all’intelligenza artificiale e algoritmica. Un risvolto magari brutto, ma intrinsecamente molto umano: la nuova frontiera del commercio ha fatto il giro e ha consacrato ancora una volta il potere ipnotico dell’essere umano che strilla incessantemente guardando in camera e mostrando i prodotti, proprio come Jill Cooper, Roberto da Cremona o Wanna Marchi negli anni ’90.

Chissà se sarà questo il baluardo finale della rilevanza umana rispetto all’Intelligenza Artificiale, un esercito di televenditori messianici contro a gesù-gamberetti pilotati da bot a caccia di clic. 

What a woderful time to be alive!


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