Quando si parla di esempi virtuosi in termini di economia circolare, difficilmente si pensa alle discariche. L’Italia è infatti un’eccellenza europea in termini di circolarità ma non è messa altrettanto bene in fatto di discariche sostenibili, con un tasso d’infrazioni e multe notevole. Tuttavia, considerando che riciclare il 100% dei rifiuti resta per ora un’utopia, la circolarità degli impianti di smaltimento è sicuramente una valida strada verso cui tendere.
Per questo, oggi abbiamo esaminato gli esempi più virtuosi di discariche sostenibili sul territorio italiano e ne siamo rimaste piacevolmente sorprese. L’esempio più sfavillante è sicuramente quello della discarica di Peccioli (PI). Un modello a gestione ibrida, con il Comune e i suoi cittadini tra gli azionisti e i ricavi destinati ad iniziative di interesse sociale e artistico. Non solo, l’impianto in sé è un vero e proprio museo a cielo aperto, con tanto di doppio teatro. Ma andiamo per gradi.
Cosa definisce una discarica sostenibile?
In generale si tratta di un sito con
- Impatto sociale minimo
- Costi ridotti
- Recupero di biogas e/o installazione di impianti fotovoltaici
- Produzione risibile di percolato, separato e riconvertito
- Vasche per testare eventuali infiltrazioni in falda
L’impianto di smaltimento di Peccioli, da rifiuti a risorse
Il sito di smaltimento di Peccioli è tra i più grandi della Toscana ed esiste da una ventina d’anni. Le discariche, così come i termovalorizzatori, sono spesso ostacolate dai movimenti NIMBY (Not In My Back Yard) ma qui tra le colline pisane il Comune si è fatto imprenditore, utilizzando gli utili dell’impianto per coprire le spese di welfare, cultura e lavori pubblici. Il sindaco Renzo Marcelloni ricorda come già dalla fine degli anni ’80 “Adottammo una gestione nuova, recuperando percolato e trasformando in energia il biogas. […] Nel ‘97, abbiamo creato una Spa e nel 2000 abbiamo coinvolto i cittadini come azionisti, poi abbiamo istituito la Fondazione. Oggi i ricavi dell’attività della discarica ci permettono di finanziare progetti d’artista, organizzare eventi, valorizzare il borgo. Gli azionisti, tutti piccoli, ricevono i dividendi e abbiamo creato un dividendo sociale per le prime cento famiglie con il reddito più basso”.
La società è per il 64% partecipata dal Comune e per il 36% da 900 piccoli azionisti pecciolesi coinvolti nel progetto, e ha come obiettivo quello di promuovere lo sviluppo del Comune di Peccioli, del suo territorio e della sua economia.
Gli utili vengono infatti reinvestiti in realizzazione di interventi a vantaggio dell’intera collettività, per iniziative sociali territoriali e internazionali e per finanziare progetti di arte contemporanea site specific sul territorio della discarica e diffusi per il borgo cittadino. Oltre alle grandi opere di land art di David Tremlett, maestro della neo-avanguardia famoso per i suoi wall drawing e le illustrazioni di Staino sugli impianti, nel 2019 sono state inaugurate alcune opere di Tuttofuoco, Kwade e Tremlett nella frazione di Ghizzano. Il borgo di Peccioli è quindi diventato un centro espositivo diffuso, un piccolo polo per l’arte contemporanea e un’attrazione turistica.
I numeri della discarica di Peccioli
Nel 2021:
8.5 mln di metri cubi di bio gas prodotti
15 mln kWh di energia elettrica rinnovabile
Negli ultimi 10 anni
25 milioni di euro di utili
Nel 2022 sono stati registrati 6.5k di accessi turistici alla discarica di Peccioli.
Nei primi tre mesi del 2023, le presenze turistiche (locali e internazionali) sono raddoppiate rispetto al 2022.
Come funziona il modello Peccioli?
L’impianto di trattamento meccanico-biologico (TMB) tratta a freddo i rifiuti indifferenziati e quelli residuali della raccolta differenziata. Abbinando processi meccanici e biologici consente di separare la frazione umida (organico da bioessicare) da quella secca. Dal processo di degradazione della componente organica dei rifiuti viene ricavato biogas (del quale circa il 50% è metano) che viene poi trasformato in energia elettrica. Sul terreno della discarica è presente anche un impianto fotovoltaico dotato di 5.500 pannelli, chiamato l’ “Ettaro di cielo”, ed è in funzione un piccolo impianto eolico. Il tutto concorre alla produzione di energia rinnovabile. Per ottimizzare ulteriormente, in loco sono presenti degli orti utilizzabili gratuitamente dai cittadini.
Altri esempi italiani di discariche sostenibili
Discarica dal forte ethos ambientale e sociale. Una parte degli utili vengono messi a disposizione degli enti locali per realizzare iniziative in campo sportivo, ambientale e sociale o per finanziare opere di pubblico interesse come Il Prato delle Ferrere e Il Giardino di Casa. Il primo è un parco attrezzato sorto dalla riqualificazione di un’area pubblica abbandonata, in prossimità dell’impianto di smaltimento. Il secondo è un luogo di lavoro dedicato a progetti di economia circolare. Entrambi sono progetti che vedono protagonisti i cittadini, la coscienza civica e il senso di appartenenza alla comunità e al territorio.
Gli invasi dispongono di una rete di captazione del percolato collegata a impianti per il recupero energetico del biogas. La potenza generata complessivamente è di circa 3MW, quanto basta per alimentare circa 4.000 abitazioni. Una volta che gli invasi sono pieni, vengono chiusi ripristinando il paesaggio agreste: ad esempio con la piantumazione di 1000 ulivi e la produzione di olio extravergine nell’ambito del progetto Ecolive o con l’installazione di 40 alveari per il biomonitoraggio e la produzione di miele nell’ambito del progetto ApeSentinella.
Discarica Tattica Regionale a Sant’Urbano (PD)
Il biogas prodotto all’interno della discarica viene regolarmente captato, aspirato e in gran parte riutilizzato per produrre oltre 6 mln Kwh di energia elettrica all’anno. Al suo interno ospita inoltre un impianto di trattamento del percolato, realizzato con la finalità di abbattere il contenuto di PFAS attraverso un sistema a osmosi inversa. I PFAS sono nuove sostanze inquinanti, presenti in modo diffuso nel territorio Veneto, in particolare nelle acque da destinare all’uso irriguo e potabile. Greenthesis, il gestore della discarica di Sant’urbano organizza anche dei percorsi didattici per diffondere tra i più piccoli e le loro famiglie la cultura della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Il programma ha ricevuto il Patrocino del Ministero dell’Ambiente.
Nel mondo: l’esempio di Gatwick
Il nuovissimo impianto di gestione dei rifiuti di Gatwick, realizzato in collaborazione con DHL Supply Chain, non solo consente all’aeroporto di trattare in loco e in sicurezza i rifiuti aerei ad alto rischio, ma può anche trasformarli, insieme agli altri rifiuti organici dell’aeroporto, in energia per autoalimentarsi e fornire calore al vicino Terminal Nord.
Discariche sostenibili quanto basta
Le discariche virtuose ci sembrano un ottimo esempio di come la circolarità è possibile in tutti i settori. Ovviamente, per definizione è dura definire una discarica, sostenibile. Ma si può comunque fare tanto per
- limitare i danni
- operare nella legalità
- fare in modo che i benefici per i cittadini e il territorio superano gli svantaggi
- implementare strategie di compensazione sociali, artistiche e cuturali.
Alla fine, anche le strategie di compensazione delle discariche virtuose possono essere una forma di Brand Urbanism! Per approfondire il tema della sostenibilità legata alla gestione dei rifiui, qui avevamo intervistato le fondatrici della Società Benefit DMV Servizi. Un altro tema connesso, è quello del right of repair per contrastare l’obsolescenza programmata.
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