Sei campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale

4 Febbraio 2025
4 Febbraio 2025 Lucia Robatto

Sei campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale

Comunicazione, mobilità urbana e città delle persone

Rispondere al cellulare quando si guida, andare troppo forte, non mettere le cinture, guidare in stato di ebbrezza: quanti sono i comportamenti critici che mettono a repentaglio la sicurezza sulle strade e come possono essere contrastati?

Parlando di contesto urbano, “sicurezza stradale” significa garantire la protezione di tutti gli utenti della strada, in particolare di quelli deboli quali pedoni e ciclisti ed è frutto di almeno tre azioni combinate:

  • La normativa: parliamo ovviamente delle regole sancite dal Codice della Strada. A questo proposito ci sembra importante ricordare che è stato da poco varato dal Ministero dei Trasporti il nuovo Codice, che è stato però fortemente criticato dalle associazioni dei parenti delle vittime della strada e da tante altre associazioni perché non affronterebbe  il problema della velocità che è la prima causa di incidenti mortali; la critica ha dato vita alla campagna nazionale “Il Codice della Strage” a cui abbiamo convintamente aderito.

==>> Firma anche tu contro il Codice della Strage <<==

  • L’urbanistica: il suo ruolo è fondamentale perché un buon design delle strade può contribuire a ridurre la velocità delle auto, a rendere gli attraversamenti pedonali più sicuri e ridurre così il rischio di incidenti. L’ampliamento dei golfi, la riduzione dei raggi di curvatura per i veicoli in svolta, l’introduzione di chicane, i sensori per i camion che permettono di vedere i ciclisti nascosti dal cosiddetto “angolo cieco” sono solo alcuni degli interventi tecnici che si possono realizzare; anche il modello di incrocio proposto da Milano Futura Ora è da menzionare, perché prevede a ridosso degli incroci parcheggi per bici e sharing al posto delle auto che tolgono visibilità;
  • La comunicazione: essendo questo il nostro pane, siamo andate a scoprire alcune campagne di sicurezza stradale ideate nei diversi Stati per capire come viene comunicato il problema della sicurezza. Abbiamo raccolto sette campagne che ci sono sembrate particolarmente incisive ed interessanti, anche se non tutte nelle nostre corde.

Spiegheremo perché.

Comunicare la sicurezza stradale

Gli ingredienti per contrastare gli incidenti sono diversi e gli spot sulla sicurezza stradale hanno la funzione di essere dei veri e propri progetti sociali, che hanno lo scopo di salvare vite.

Comunicare la sicurezza stradale è però un compito tutt’altro che facile, perché bisogna in qualche modo toccare anche il tema dell’incidentalità, con tutto quello che essa comporta a livello di sensibilità personale. Per questo è molto interessante osservare come sia stato affrontato il problema nei diversi paesi: effetto shock o ironia, giochi di parole o linguaggio essenziale, immedesimazione, toni leggeri o drammatici…stili e messaggi diversi per uno stesso scopo.

Ma non è tutto: molte campagne non si fermano solo al tema della sicurezza stradale ma contestualizzano il problema nell’ambito più specifico della mobilità urbana e dello spazio pubblico. Qui il compito è ancora più arduo: come spiegare un concetto ovvio come lo spazio pubblico quando il suo significato ha perso di valore? Siamo così assuefatti a vivere in un panorama di lamiere da esserci dimenticati che lo spazio pubblico appartiene alla collettività e che la sua funzione originaria è quella di essere a disposizione delle persone per muoversi, passeggiare, interagire.

Le auto invece invadono ogni spazio, spesso abusivamente, parcheggiando in seconda fila, sui marciapiedi, sui parterre alberati. Per questo tanti spot sulla sicurezza stradale si dedicano proprio al contesto urbano e mostrano il paradosso in cui viviamo.

Cosa sono le pubblicità progresso?

Se progresso significa “andare avanti, avanzare”, la Pubblicità Progresso serve proprio a questo, a spingere e a promuovere temi sensibili di rilevanza collettiva quali ad esempio la salute, l’educazione, l’inquinamento, l’ambiente in generale.

La pubblicità progresso non vende prodotti ma veicola valori, presa di coscienza, partecipazione, condivisione. È efficace perché coinvolge le persone, emotivamente e razionalmente. La sua forza è la creatività prestata al messaggio per stimolare il cambiamento dei comportamenti.

Quale fu la prima pubblicità progresso in Italia?

La comunicazione sociale in Italia nasce nel 1971 con lo spot per la donazione del sangue. L’obiettivo era di sensibilizzare la popolazione a donare sangue, enfatizzando quindi il concetto di dono legato ad un’esigenza sociale e quindi di dono collettivo. In parallelo va ricordata anche la Pubblicità Progresso sull’alfabetizzazione.

Pubblicità sociale: sensibilizzare con la creatività

La creatività è un concetto a volte travisato perché si pensa ad essa come a una dimensione a briglia sciolta che non ha bisogno di regole. In realtà il creativo segue dei criteri precisi che fanno da base alla creazione della campagna. L’efficacia di una pubblicità sociale dipende da una serie di elementi che partono da uno storytelling potente, che permette al pubblico di immedesimarsi, immagini d’impatto, call-to-action chiare che invitano a un cambiamento concreto e approcci unconventional che spingono il messaggio oltre i canali tradizionali. La creatività può sensibilizzare profondamente le persone perché provoca un’emozione, una riflessione, un guardarsi dentro per dire  “non ci avevo pensato”.

Se una campagna di sensibilizzazione può migliorare o salvare vite umane allora possiamo capire come uno spot possa fare la differenza.

Sei esempi di campagne su sicurezza stradale e convivenza urbana

1. London Cycling Campaign

  • Anno: 2018
  • Tipo di campagna: Campagna social
  • Contenuto: Sicurezza stradale

“Ognuno ha il diritto di andare in bicicletta in condizioni sicure a Londra”
Vediamo questo primo esempio, che ci porta subito nel vivo della sicurezza stradale: una giovane donna investita da un camion racconta la sua esperienza di testimonial della London Cycling Campaign, nata per portare più sicurezza sulle strade. In questo caso la campagna sceglie l’approccio diretto della testimonianza facendo così un lavoro di “advocacy” per chiedere delle misure concrete per equipaggiare i camion di sensori che rilevino la presenza del ciclista nascosto nell’angolo cieco.

2. Bones VS Steel – Quebec Automobile Insurance Company (SAAQ)

  • Anno: 2018
  • Tipo campagna: Campagna social
  • Contenuto: attraversare correttamente sulle strisce

“The greater responsibility lies on the person behind the wheel of tons of steel!”

Non tutte le campagne sono nelle nostre corde e questa ne è un esempio: l’idea è di far giocare le persone alla fermata dell’autobus con la loro “radiografia” su uno schermo, fino a che all’improvviso arriva un’auto che investe la loro immagine. L’effetto shock è fortissimo.

Cosa non va in questo messaggio? Il punto critico della campagna è che si rivolge agli utenti deboli per sensibilizzarli sui pericoli della strada come se fossero loro il “problema”, ma non è chi sposta tonnellate di lamiera che andrebbe sensibilizzato?

Questo passaggio è cruciale: molti hanno la tendenza a mettere tutti gli utenti della strada sullo stesso piano, ma girare con un’auto o un camion significa girare con una potenziale arma letale. Sono loro, tutte le persone che si mettono alla guida che devono essere consapevoli del peso del loro veicolo e dunque del potenziale fatale che conducono ai danni di chi è più esposto e più vulnerabile, come i pedoni.

Non conosciamo il contesto in Québec, non conosciamo i numeri imputabili a questa causa, ma in linea generale i più fragili vanno tutelati dai più potenti e allarmare solo i più fragili produce una comunicazione parziale. E’ una vera e propria piramide delle responsabilità degli utenti della strada che vanno dai camion (ne girano molti anche in città), le auto, le moto, poi le bici e infine i pedoni.  E’ compito dunque delle campagne di sicurezza stradale ribaltare il paradigma e far capire che è chi guida un mezzo pesante che deve essere responsabilizzato maggiormente.

No answer – German Road Safety Council/Ministero federale del digitale e dei trasporti/Runter vom Gas

  • Anno: 2023
  • Tipo campagna: Spot TV
  • Contenuto: sicurezza stradale

“Non è sempre sbagliato non essere raggiungibile, specialmente quando si guida!”

Un padre cerca la figlia al telefono, non riceve risposta, riprova a chiamare tante volte, fino a che coinvolge la polizia nelle ricerche. Ma quando arriva sera si vede la ragazza tornare in auto tranquilla, stupita del trambusto…cosa è successo? Semplicemente non aveva risposto al telefono per non distrarsi alla guida e per non mettere così a repentaglio la sua sicurezza.

Lo spot sicuramente non è del tutto credibile, visto il dispiegamento di forze, polizia cani ecc. dopo poche ore di assenza, ma resta comunque molto efficace perché ci si aspetta l’incidente ed invece dà un messaggio positivo di un comportamento corretto.

Questa quindi è una campagna che ci piace molto perché svela come la nostra abitudine ad essere sempre reperibili possa mettere a rischio la nostra incolumità. E’ molto suggestivo, coinvolgente, si segue la ricerca della ragazza con trepidazione fino al finale inaspettato. In questo caso il messaggio punta dritto alla responsabilità di chi guida: rispetta le regole perché altrimenti puoi fare male a te e agli altri.

H3: 4. Mistake – New Zealand Transport Agency

  • Anno: 2014
  • Tipo campagna: Spot tv
  • Contenuto: sicurezza stradale

“Other people make mistakes. Slow Down”

Campagna particolarmente efficace perché racconta di un incidente “sospeso” che porta a prendersi del tempo per capire la tragedia a cui si va incontro quando si corre troppo. Due auto stanno per scontrarsi ma prima dell’impatto si ferma il tempo e i due guidatori scendono dalle auto e si parlano…è un momento fuori dal tempo, fuori dalla realtà in cui i due protagonisti provano a spiegarsi, chiedono ripetutamente scusa, “se fossi andato più piano”…questo momento è ancora più drammatico del finale perché è quello che molto spesso le persone vivono e realizzano in poche frazioni di secondo quando sta per avvenire l’impatto. Non sai se sopravviverai, sai che hai sbagliato ma capisci che non c’è più tempo, è la fine, preghi, “please I’ve got my boy in the back”…. Entrambi realizzano l’errore e l’impossibilità di tornare indietro.

I dettagli come la lancetta ferma sui 110 km/h, un ultimo sguardo al figlio immobile e severo. E poi il claim che si rivolge anche a chi pensa di non sbagliare mai quando è alla guida, tutti pensano di essere degli assi, sono gli altri che non sono capaci e non contano niente. Questo claim te lo lascia credere ma poi ti ricorda che la tua velocità uccide (te e/o gli altri) anche se l’errore non è tuo. Lo scontro delle auto diventa così più traumatico e il messaggio arriva dritto al cuore: l’alta velocità, la scarsa attenzione e tutti i problemi legati alla guida possono distruggere delle vite umane.

H3: 5. Karl Lagerfeld – Governo Francese per la sicurezza stradale

  • Anno: 2008
  • Tipo campagna: Affissione stradale
  • Contenuto: (sicurezza stradale

“E’ giallo, è orribile…”

Spot molto divertente. Gioca sul paradosso di uno stilista di fama mondiale che pubblicizza un gilet catarifrangente con uno slogan super ironico: “E’ giallo, è orribile, non s’intona con niente, ma può salvarti la vita”.

Ecco come l’ironia non abbia bisogno di effetti shock né spiegazioni articolate ma arriva dritto al punto su un tema così delicato come la sicurezza stradale. L’accostamento dello stilista famoso con l’indumento considerato brutto rende il paradosso spiritoso ed efficace.

campagna sicurezza stradale karl lagerfeld

6. “Embrace Life” – Sussex Safer Roads Partnership, Regno Unito

  • Anno: 2010
  • Tipo campagna: Spot Tv
  • Contenuto: sicurezza in strada

“Abbraccia la vita”

Idea molto originale, che lega il messaggio sulla sicurezza agli affetti familiari: il video mostra un padre di famiglia che simula un viaggio in auto quando ad un certo punto sta per avvenire un incidente stradale. L’abbraccio dei familiari diventa una metafora della cintura di sicurezza, sottolineando l’importanza di usarla sempre e del capitale affettivo che si va  a perdere se non si seguono le regole.

La sicurezza stradale e la Città 30

La sicurezza stradale non è arbitraria, non è un “opinione”, non dipende solo dal comportamento del singolo bensì viene garantita da buone norme, da interventi urbanistici mirati e da un’efficace comunicazione. Sono dati oggettivi contro il “secondo me”, “non è vero che”.

Un sistema che comprenda queste tre misure viene oggi da molti identificato con il modello della Città 30, di cui in Italia si sono fatte apripista le città di Olbia e Bologna, con risultati sorprendenti (a Bologna -49% persone decedute, 0 pedoni uccisi, -16% incidenti totali, tutti i dati del primo anno di Bologna Città 30 sono positivi). Ai vantaggi della Città 30 abbiamo dedicato già ampio spazio.

Comunicare la sicurezza stradale per innescare il cambiamento

Le pubblicità progresso giocano un ruolo importantissimo nella strategia della sicurezza e possono evidenziare una parte del problema o una parte delle soluzioni.

Come abbiamo visto nella nostra carrellata di pubblicità progresso, ci sono spot che utilizzano storie personali, altri che creano un legame emotivo e altri che ricorrono all’effetto shock o all’ironia. L’efficacia dello spot dipende dalla sua creatività, dal contesto, dall’audience, dall’intento di veicolare un messaggio che può essere negativo (un pedone investito) o positivo (un’auto che rallenta per fare attraversare il pedone).

In tutti i casi l’obiettivo è lo stesso: sensibilizzare sulle regole, sui comportamenti e sull’assunzione di responsabilità da parte di ciascuno di noi anche se, lo ribadiamo, deve essere chiara la gerarchia delle responsabilità in base al peso, volume e velocità del mezzo che si conduce. La comunicazione deve seguire questo principio, veicolare il messaggio che le regole vanno rispettate da tutti senza però che il peso venga spostato solo sugli utenti deboli della strada, come abbiamo visto nel caso dello spot “bones vs. steel”. In Italia in particolare, la cultura autocentrica porta a fare ancora campagne per cui le auto godono di un diritto naturale ad occupare lo spazio pubblico e sono gli altri utenti che devono adattarsi alla loro presenza.

Le cose cambieranno? Noi pensiamo di sì. Sarà un processo lungo e tortuoso ma l’esempio di tante città nel mondo che stanno superando questa mentalità ci porterà con il tempo ad adeguarci. La mobilità è la scommessa del futuro e sta a noi vincerla. È una questione di sicurezza, salute e qualità della vita. La comunicazione ne tenga conto.


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