Non solo Facebook, Instagram e YouTube, il mondo dei social, in continua crescita, è sempre più vasto e per ogni azienda, piccola, media o grande che sia, può rivelarsi sempre più utile giocare in anticipo e sapere quale sarà il prossimo social sul quale investire.
Il rapido e inarrestabile successo di Instagram in questi ultimi anni lo dimostra: per ogni brand è ormai importantissimo non farsi trovare impreparati ed essere costantemente aggiornati sul mondo dei social network, per arrivare pronti sia in termini di effort che di investimento economico nel momento in cui si decide se entrare o meno in questi micro mondi digitali.
Nei mesi scorsi vi avevamo parlato di Tik Tok, pronosticando, dati alla mano, l’utilizzo dilagante che avrebbe avuto tra le generazioni più giovani, soprattutto per la Generazione Z (12-20 anni) la fetta maggiore dei suoi fruitori in Italia.
L’App di Tik Tok, che lentamente si sta affermando come il vero competitor di Instagram, si sta rivelando come il canale migliore per le aziende che vogliono parlare alle nuove generazioni, per instaurare con loro un dialogo attraverso il mezzo che più di tutti li rappresenta: il video.
Per sapere meglio cos’è e come funziona Tik Tok vi rimandiamo all’articolo che abbiamo pubblicato pochi mesi fa e che trovate qui.
Ecco i 3 social network da tenere d’occhio nei prossimi mesi se il vostro target comprende le generazioni più giovani.
Houseparty
Houseparty è una piattaforma di video chat in diretta molto simile a Google Hangouts da cui si differenzia per una caratteristica fondamentale: non è necessario richiedere di partecipare a una chat, basta connettersi e il gioco è fatto: è possibile video chattare con gli utenti online in quel momento. Le video chat arrivano fino a un massimo di 10 persone e il 60% circa di chi utilizza quest’App ha meno di 24 anni.
Non ci sono contenuti creati su Houseparty e non è quindi possibile fare product placement, ma considerato che è l’App della categoria “social network” più scaricata dall’App Store di Apple, può rivelarsi il social migliore per operazioni di influencer marketing: brand e aziende possono infatti ingaggiare influencer per farli inserire nelle conversazioni online della Gen Z che popola l’App.
Kik
Kik è un’App mobile multipiattaforma (smartphone e tablet) per l’Instant Messaging, disponibile per iOS, Android e Windows.
Molto simile a Snapchat e Facebook Messenger, ha una peculiarità che la contraddistingue dalle altre: è possibile iscriversi attraverso un nickname e un indirizzo email, senza registrare il proprio numero di telefono. La riservatezza è quindi la carta vincente di quest’App, attraverso cui le generazioni più giovani possono chattare con amici e non. C’è ovviamente l’altra faccia della medaglia però: il totale anonimato di Kik alimenta il proliferarsi di profili fake. L’altra caratteristica che ne sta determinando il successo in termini di download (è tra le 10 App più scaricate dagli adolescenti statunitensi) è la possibilità di guadagnare la cripto valuta Kin, rispondendo a sondaggi sui diversi marchi o condividendo contenuti sul proprio profilo. Le aziende possono interagire attraverso bot automatici consentiti dalle API dell’App per instaurare conversazioni e collaborazioni con gli utenti. In America, CNN e Sephora hanno già investito in Kik nei mesi corsi.
Sul sito si Kik trovate le case history complete.
Vero
Esattamente come Instagram, Vero consente ai propri utenti di condividere contenuti di diverso tipo con la propria rete, divisa in quattro categorie: Amici, Amici intimi, Conoscenti e Follower.
La differenza sostanziale con Instagram è che alla base di Vero non esistono né un algoritmo né la pubblicità (almeno per ora).
È una sorta di salto nel passato, quando su Facebook e Instagram potevamo vedere tutto ciò che veniva pubblicato senza che l’algoritmo ci mettesse il becco.
Nata nel 2015 ma in crescita dal 2018, Vero è la piattaforma più allettante al momento per gli influencer, sempre più “infastiditi” dalle nuove dinamiche di Instagram (soprattutto da quando il numero di like è stato oscurato) e che qui possono trovare ampio margine per esprimersi liberamente senza gli innumerevoli vincoli che il social zuckerbergiano impone loro.
Viene da sé che gli stessi brand potrebbero sfruttare Vero ingaggiando ambassador per produrre contenuti e relazionarsi con i giovanissimi utenti dell’App.