Segnatevi questo nome, Anjali Ram, perché se amate la fotografia e la musica, proprio come noi qui in Sottosopra Comunicazione, un giorno ne sentirete parlare.
Certo, in fatto di musica abbiamo decisamente età e gusti diversi, ma per comprare i biglietti di un signor concerto arriviamo anche a “chiudere l’agenzia” e non badiamo a spese.
Al punto che qualcuno si è spinto fino a New York lo scorso novembre per vedere Springsteen on Broadway (vendendosi anche il gatto).
In quell’occasione la nostra accanita fan del Boss ha conosciuto Anjali Ram, una giovane e talentuosa fotografa di musica dal vivo che ha seguito i tour di artisti come Paul McCartney e i Rolling Stones, tanto per citare un paio di nomi.
Una chiacchierata davanti al Walter Kerr Theatre sulla 48esima strada, un selfie volante, lo scambio dei profili Facebook e il gioco è fatto.
Così è nata l’amicizia con una fotografa che dei grandi eventi sa raccontare l’intensità e la bellezza.
Qualche tempo fa Anjali era di passaggio in Italia per il tour di Elton John ed è stata l’occasione per fare una bella chiacchierata, tra un piatto di pasta fresca e qualche curiosità che vi vogliamo raccontare in questa intervista.
Cosa è arrivato prima, l’amore per la musica o quello per la fotografia?
Quello per la musica, assolutamente!
La mia passione per la musica inizia nel 1999 quando ho visto il mio primo concerto dei Backstreet Boys: avevo 8 o 9 anni e mi feci accompagnare da mia mamma e mia zia.
Mi sono avvicinata a qualcosa di più rock alle elementari, a 11 anni, quando ho iniziato ad ascoltare Bon Jovi, scoperto grazie a MTV, e dopo qualche tempo è stato il turno dei Rammstein.
Al liceo mi sono immersa nell’hard rock e ho persino iniziato a suonare la chitarra perché volevo entrare in una band ma ero un disastro! In quel periodo non avevo disciplina in nulla, volevo suonare come Eddie Van Halen ma ero totalmente negata con la ritmica.
[ndr. Anche perché suonare con 1 cm di unghie l’è dura!]
Come sei diventata una fotografa?
Durante il secondo anno di college: quando qualcuno mi prestò la macchina fotografica. Iniziai a fotografare lo sport, in realtà.
E come sei arrivata alla musica?
Ho cominciato con Bruce Springsteen, in realtà fotografando i suoi fan perché stavo realizzando un documentario sul suo seguito. È successo tutto per caso, una sera mentre ero fuori dallo stadio mi hanno dato un biglietto per il concerto lasciandomi portare dentro la macchina fotografica. Non era nei miei piani, ma mi sono trovata sotto palco e da lì è iniziato tutto.
Ho scoperto qualcosa in cui ero brava e che mi piaceva tantissimo, così ho deciso di proseguire e di farlo diventare il mio lavoro.
A soli 28 anni hai lavorato come fotografa ufficiale in tour importanti con i Rolling Stones, The Who, Patti Smith, U2, Bruce Springsteen, Paul McCartney, The Prodigy, Kiss, Madonna, ecc. Tutti miti ma anche belli “datati”!
Ho sempre amato la musica degli anni ’60-’70-’80 e vista l’età di questi artisti non so fin quando potremo vederli dal vivo. Quando assisto a un concerto di questi gruppi penso: “wow posso ancora rivivere un pezzo di quegli anni e delle generazioni di quei tempi!”.
Hai fotografato qualcuno dei questi “grandi scomparsi”?
Sì, sono orgogliosa di aver visto e fotografato Tom Petty: è stato uno show davvero speciale. Ricordo che era il suo ultimo tour e Stevie Nicks apriva il concerto. Dieci anni prima avevano suonato insieme e sapevo che quella sera avrebbero di nuovo condiviso il palco. Così accadde, ma fu l’ultima volta purtroppo, e il caso ha voluto che io fossi lì. Io sono laureata in giornalismo, quindi osservo e racconto quello che vedo più dal punto di vista giornalistico che puramente fotografico.
Viviamo in un’era sovraffollata di immagini: cosa rende, secondo te, una foto una grande foto?
Ci sono foto che sono news, dove la qualità non conta più di tanto perché stai documentando qualcosa che sta accadendo in quel momento ed è questo che dà importanza allo scatto. Ma io cerco sempre di guardare anche l’aspetto artistico delle mie foto cercando di unire importanza e bellezza. Ogni fotografo ha il proprio stile, c’è chi fa foto astratte, chi reportage, chi ritratti, ecc. Non c’è una cosa sola che rende una foto grande, l’importante è che parli alle persone.
Per quanto mi riguarda, cerco sempre di catturare qualcosa di unico e di rendere le persone felici. Vedendo la foto di un concerto, chi era presente rivive quelle sensazioni e chi non c’era riesce a cogliere invece l’atmosfera di quel momento.
C’è una foto a cui sei particolarmente legata?
Sì, una foto di Jackson Browne al Red Rocks Amphitheatre durante il soundcheck. Sono molto affezionata anche alla prima foto che mi ha comprato Rolling Stone perchè è arrivata in un momento in cui mi domandavo “sono sulla strada giusta?” ed è stata una conferma importante. La foto è di Bruce Springsteen e Bono a Dublino. Gli U2 erano in città, sapendo che a Bono piace Patti Smith c’erano ottime probabilità che accompagnasse Bruce in Because the Night. E infatti… la sera stessa ho pubblicato lo scatto su Instagram o Twitter e la mattina seguente ho ricevuto una mail da Rolling Stone che chiedeva la foto. Subito dopo sono andata a New York a mostrare il mio portfolio e da lì è iniziata una bella collaborazione che dura tuttora.
C’è un concerto o un artista con cui hai lavorato che ti piace particolarmente?
La mia band preferita sono gli Iron Maiden. Non li ho mai fotografati perché appartengono alla mia vita personale e non professionale. Quando vado a vederli non ho bisogno di essere davanti al palco, sto in fondo a godermi una birra, a urlare e piangere… sì lo so che suona strano, ma io riesco a commuovermi a un concerto di heavy metal!
Hai altri progetti fotografici oltre alla musica?
In realtà i progetti imminenti sono musicali: rientrata dal Lucca Summer Festival sarò impegnata con il tour dei Rolling Stones negli States.
Per il resto amo viaggiare e documentare le persone, questo è quello che cercherò di mettere insieme. E poi adoro fotografare lo sport, in particolare il calcio. Sono rimasta incantata dal fotografo ufficiale della Juventus che riesce a catturare dei momenti estremamente emozionanti, è stato lui a farmi avvicinare a questa squadra. Poco tempo fa ero a Torino a vedere la Juve e ho fotografato il momento dell’addio di Andrea Barzagli, uno scatto di cui sono molto contenta perchè non ero accreditata come fotografo ufficiale e dalle tribune è tutto più difficile.
Chi vorresti fotografare che ancora non hai avuto il piacere di incontrare?
Mi sarebbe piaciuto fotografare David Bowie… di possibile ti direi i Led Zeppelin, non ho mai fotografato Jimmy Page, e gli Abba.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Negli anni è cambiato: ora non è più sposare un Backstreet Boy, come tanti anni fa! Direi piuttosto continuare ad andare in tour con gli Stones e viaggiare con loro 24/7.
Google translation here.
Good translation please coming soon.
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