Come ogni estate, Google rilascia un aggiornamento. Ma cos’è un Google Upate? È un aggiornamento dell’algoritmo che riordina i risultati delle ricerche, con l’obiettivo di restituire all’utente risultati di ricerca più pertinenti e utili. Google esegue questi aggiornamenti ogni trimestre circa. Ci siamo prese qualche mese per capirne veramente l’efficacia e il raggio d’azione. Ecco cosa ne pensiamo.
Cos’è Google Helpful Content?
È un update di Google lanciato a fine agosto, non è chiaro quando sarà attivo in Italia, ma al momento (dicembre ’22) è attivo solo sui siti anglofoni. L’update riguarda l’algoritmo che stabilisce il ranking dei risultati di ricerca, valutando la qualità delle pagine e dei siti internet. In soldoni: l’algoritmo che decide in quale ordine mostrarci i risultati delle nostre googlate. In termini tecnici: agisce sulla SERP (Search Engine Results Pages).
Qual è l’obiettivo dell’ultimo aggiornamento Google?
L’obiettivo è valorizzare la qualità e l’utilità dei contenuti dal punto di vista degli utenti. E qua verrebbe da dire “Ah, ma questo non era l’obiettivo del 1998?” Sì! Ma negli anni si è innescato un circolo vizioso in cui alcuni specialisti SEO (o sedicenti tali) e i cugini autodidatti cercavano di fregare il sistema infarcendo i testi online di elementi che l’algoritmo usava come indicatori dell’utilità di un sito. Es. Riempire il testo di parole chiave a.k.a keyword stuffing, in modo che i crawlers di Google lo valutassero come informativo. Un mezzuccio un po’ anni zero, decisamente deleterio nel 2022 ma ancora relativamente popolare nel nostro settore. Per questo motivo Google continua a prodigarsi e ad aggiornarsi per fare in modo che l’algoritmo riconosca e penalizzi i siti search-engine first e premi quelli people-first, che parlano realmente agli utenti. Va detto che le due tipologie possono anche coincidere: è la missione dei SEO experts come Sara Borghi, che qualche mese fa ci raccontava com’è cambiato il suo lavoro di ottimizzatrice negli anni.
Questo aggiornamento Google comporta delle novità SEO disruptive?
No, ma sottolinea l’impegno di Google nel valorizzare i siti internet creati in funzione delle persone e non dei motori di ricerca.
La grossa rivoluzione user first dell’algoritmo che gestisce il ranking dei risultati era stata l’introduzione di Google Panda nel 2011. La cui idea generale era di valorizzare la qualità dei contenuti, e fu in quel frangente che copywriter e SEO experts iniziarono a dare priorità ai contenuti di qualità rispetto alla quantità (di parole chiave, di battute, di articoli).
Il funzionamento dell’aggiornamento Google sui contenuti utili
Quali differenze tra Google Panda e Helpful Content?
Google Panda veniva spiegato così, dai suoi sviluppatori: un aggiornamento Google per ridurre il ranking dei siti di bassa qualità: siti che hanno un valore aggiunto basso per gli utenti, che copiano contenuti da altri siti o che in generale non sono molto utili.
Helpful Content è un Panda all’ennesima potenza: grazie a processi di machine learning, l’algoritmo ha imparato a comportarsi sempre più come i Quality Rater (gli operatori in carne ed ossa di Google).
Qui un simpatico video di Google che spiega, con le ormai ubique illustrazioni flat, cosa fa un Quality Rater
Google dichiara: “Con questo aggiornamento, vedrai più risultati con informazioni uniche e autentiche, quindi è più probabile che tu legga qualcosa che non hai mai letto prima.” Ovvero meno articoli collage con dati aggregati e più articoli di spessore. Ma come fa?
La novità SEO principale di Google Helpful Content
Il salto di qualità arriva dall’introduzione di un concetto fondamentale: la qualità media dei contenuti ospitati in un sito. Se prima un buonissimo articolo performava bene anche su un sito spazzatura, ora quell’articolo perderà posizioni se il resto del sito è clickbaity.
Il punteggio di un sito sarà una media di quello delle sue pagine, quindi anche un solo contenuto-spazzatura (o non aggiornato, o irraggiungibile, o vuoto) può abbassare il ranking di tutto il sito. Inoltre, cambiare la situazione a posteriori non è esattamente rapido. Google Developers spiega che per ritornare ad essere classificati in modo positivo dopo una valutazione negativa potrebbe volerci anche qualche mese.
In particolare, come spiega Taverniti nella sua newsletter, questo update Google ha un peso ponderato: “Più contenuti inutili hai più sarà forte la penalizzazione. Non c’è quindi sei penalizzato sì o no, ma c’è una sorta di moltiplicatore di punteggio decide quanto sei penalizzato.”
Helpful content update: come comportarsi
Come capire se il nostro sito ospita contenuti utili di qualità?
Serve fare un’analisi approfondita e onesta del proprio sito internet. Google fornisce una serie di domande, di cui riportiamo le più salienti, per fare un audit. Vai col test, vi mettiamo tra parentesi e risposte desiderabili:
- Il tuo sito ha uno scopo o un focus primario? (SI)
- Il contenuto dimostra chiaramente che c’è un’esperienza diretta e una conoscenza approfondita di quello che stai raccontando? (SI)
- Hai un pubblico che troverebbe i tuoi contenuti utili se arrivasse direttamente a te? (SI)
- Dopo aver letto i tuoi contenuti, l’utente se ne andrà sentendo di aver imparato abbastanza su un argomento per raggiungere il proprio obiettivo? (SI)
- Stai producendo molti contenuti su argomenti diversi nella speranza che alcuni di essi possano funzionare bene nei risultati di ricerca? (NO)
- Stai utilizzando una vasta automazione per produrre contenuti su molti argomenti? (NO)
- Stai principalmente riassumendo ciò che gli altri hanno da dire senza aggiungere molto valore? (NO)
Certo, il concetto di qualità è soggettivo, ma non si tratta solo di evitare di scopiazzare dagli altri ma anche, come ci ricorda l’esperta SEO Mariachiara Marsella, di evitare il più possibile contenuti ridondanti all’interno dello stesso sito. Secondo lei i 4 marker per valutare la qualità di un contenuto sono:
- Scopo
- Main content soddisfacente
- Autorevolezza
- Reputazione
Quali strumenti per determinare il nostro ranking?
Abbiamo chiesto alla nostra SEO expert e nomade digitale Chiara Colombo:
“Dopo aver fatto un bel audit del sito (magari con l’aiuto di un* espert*) per chiedersi se si è lavorato search engine first, è possibile monitorare il ranking con strumenti specifici come Google Search Console, Semrush o SEOZoom.”
Cosa succede in caso di penalizzazione?
Ma se il nostro sito viene penalizzato dall’algoritmo, qualcuno ci avvisa? “In caso fosse un Quality Rater umano ad effettuare un controllo e una penalizzazione, arriverebbe anche una notifica su Google Search Console, ma se l’algoritmo agisce in maniera automatica, no. Lo si noterebbe monitorando il ranking con gli strumenti di cui sopra”.
Errori da evitare e buone pratiche per rendere o mantenere il nostro sito people first
Sempre Chiara Colombo ci spiega che è fondamentale fare housekeeping del proprio sito: va tenuto ordinato! L’invito è quello di rivisitare i propri blog post, le pagine e i testi del sito rimuovendo i contenuti più banali o poco fruiti in generale. Via tutto ciò che è ridondante, non funzionante, poco performante o obsoleto. I testi devono dimostrare competenze illustrate, una conoscenza approfondita e derivata dall’esperienza, e una lunghezza dell’articolo appropriata per ovviare alla ridondanza. Inoltre, la rimozione contenuti di scarsa qualità aiuta il posizionamento di quelli più meritevoli.
Come gestiamo i nostri contenuti da Sottosopra Comunicazione
Per il nostro blog sviluppiamo una content strategy interna che viene rivista ogni trimestre a cui partecipiamo noi, le copy specializzate in scrittura SEO e la SEO expert.
Una volta scelta la linea editoriale, la SEO expert si occupa di fare ricerca e creare delle content guidelines per gli articoli (cosa ben diversa dal keyword stuffing), le copy scrivono i post in ottica SEO e a noi attende il controllo qualità: ultima revisione, pubblicazione, condivisione. È un lavoro di squadra, in cui ognuna porta la sua expertise in funzione delle lettrici e dei lettori del nostro blog.
Spunti finali
Le domande che restano aperte
Come reagisce l’algoritmo di Google agli articoli, sempre più umani, scritti dalle intelligenze artificiali? Teoricamente questo aggiornamento individua i testi di scarsa qualità creati con strumenti di machine learning, ma sarà veramente in grado di distinguere la prosa sempre più incredibile prodotta da software come Jasper e Sudowrite? Noi avevamo provato ad usarli per scrivere questo articolo. A voi giudicare il risultato!
Google Helpful content come ve lo spiegherebbe vostra madre
CERNITA. BUTTA VIA. SMALTISCI. REPULISTI!
A Natale pensavi di cavartela solo con il decluttering dell’armadio e la cernita dei regali brutti da portare al Secret Santa in ufficio (pratica anche nota come “rimettere in circolo valore”). E invece no! Repulisti anche del sito internet. Aria, Aria! Solo contenuti freschi ed utili. Minimalismo magico anche in digitale. E per un Natale veramente green vi lasciamo i nostri consigli e, se volete fare le/i secchion* anche qualche pratica per essere ecologisti anche nella sfera digitale.